Il Fatto 1.4.18
Scontro fra Roma e Parigi: “Non entrate più in Italia”
La Farnesina: “Inaccettabile”. Il Viminale: “Pronti a sospendere la cooperazione”
di Giampiero Calapà 
La
 caccia a migranti e Ong si sposta dal Mediterraneo alle Alpi e questa 
volta governo e politica nostrani condannano “l’incursione” delle forze 
dell’ordine ma solo perché non sono italiane (o libiche), non per 
solidarietà (fatta salva qualche rara eccezione), quindi, ma per 
nazionalismo patriottico che oggi va tanto di moda anche quando si vota.
 Tanto che lo stesso ministero del codice anti-Ong in serata sussurra 
all’Ansa: “Si sta valutando l’opportunità di sospendere le incursioni 
all’interno di tutto il territorio italiano da parte del personale delle
 forze di polizia e dei doganieri francesi. Lo si apprende da 
qualificate fonti del Viminale dove si giudica la risposta arrivata dal 
ministro francese dei conti pubblici sul caso Bardonecchia non 
soddisfacente e inesatta”.
Già, perché da Parigi il ministro 
Gerald Darmanin ha giustificato così la prova di forza transalpina: “Al 
fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono
 a disposizione delle autorità italiane per chiarire il quadro giuridico
 e operativo nel quale gli agenti di dogana francesi possono intervenire
 sul suolo italiano, in virtù degli accordi del 1990, in condizioni 
rispettose del diritto e delle persone”.
Eppure dalle parti della 
Farnesina la pensano in un altro modo e convocano l’ambasciatore 
Christian Masset. Queste la ramanzina che il diplomatico francese deve 
ascoltare dal direttore generale Giuseppe Buccino Grimaldi: “A marzo c’è
 stato uno scambio di comunicazioni tra Ferrovie dello Stato italiane e 
Dogane francesi, da cui emerge chiaramente come queste ultime fossero al
 corrente che i locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente 
accessibili ai loro agenti, non lo siano più, essendo adesso occupati da
 una organizzazione non governativa a scopo umanitario. Per discutere 
insieme della questione, i due Paesi avevano deciso di incontrarsi a 
livello tecnico alla Prefettura di Torino il prossimo 16 aprile”.
Batte
 i pugni sul tavolo Buccino Grimaldi: “Esprimo la ferma protesta del 
governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, 
ritenuta inaccettabile. Quanto avvenuto mette oggettivamente in 
discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto 
funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera”. 
Insomma, se c’è sempre qualcuno più a Sud c’è sempre qualcun altro anche
 più a Nord e l’Italia lo scopre in questo weekend di Pasqua mentre le 
relazioni diplomatiche con la Francia s’incrinano in modo inedito, con 
una tensione il cui unico precedente della storia recente era stato 
relegato in ambito sportivo con la testata di Zidane a Materazzi al 
Mondiale di calcio tedesco del 2006.
Poi c’è la politica delle 
esternazioni dei partiti che, con la lente distorta del sovranismo, fa 
sembrare di sentire quasi le stesse proteste della ong Rainbow for 
Africa da tutto l’arco costituzionale, comprese le destre di Fratelli 
d’Italia (“Non possiamo essere usati come la toilette dei francesi”) e 
della Lega di Matteo Salvini: “Altro che espellere i diplomatici russi, 
qui bisogna allontanare i diplomatici francesi! Con noi al governo 
l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo 
lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi”. Per il
 M5s, invece, l’aspirante premier Luigi Di Maio che solo la scorsa 
estate forgiò l’espressione “taxi del mare”, con vista Quirinale assume 
toni istituzionali: “Bene ha fatto la Farnesina a convocare 
l’ambasciatore francese. Quanto accaduto a Bardonecchia deve essere 
chiarito in ogni suo aspetto”.
Dalle parti del Pd proprio negli 
ultimi giorni erano rimbalzati rumors sulle intenzioni di Matteo Renzi 
di “avvicinamento” a En Marche! di Emmanuel Macron per “superare” il 
marchio “dem”, considerato ormai logoro. Vista la malaparata alla 
frontiera, però, ieri qualcuno ha dettato alle agenzie: “Il progetto non
 trova conferma”. E fuori dal partito interviene l’ex Enrico Letta, che 
non sta sereno: “Ennesimo errore sui migranti. Poi in Europa si 
stupiscono dell’esito elettorale in Italia!”.
 
