Il Fatto 1.4.18
Ossessione sicurezza, l’Europa implode
Rimpallo infinito. I nostri confinanti ci chiedono quello che noi chiediamo a Libia e Tunisia: “Teneteli di là”
di Andrea Segrè
I
nodi vengono al pettine. Il sistema di sicurezza europeo contro i
migranti produce l’implosione dell’Europa stessa. I francesi, così come
gli austriaci o i tedeschi, non si fidano della nostra capacità di
controllare i confini e non solo li chiudono, ma entrano nel nostro
territorio a fare ciò che pensano dovremmo fare meglio.
È
esattamente quanto noi pensiamo sia giusto fare in Libia, Tunisia,
Albania… Ascoltate queste frasi: “Non abbiamo spazio, dobbiamo fermarli
prima della frontiera”. “I Paesi di transito devono tenerseli, perché
non possiamo subire noi tutto il peso dell’accoglienza”. “Le porte
d’ingresso vanno controllate e se non lo fanno loro dall’altra parte lo
faremo noi per loro”. Chi le dice a chi? I francesi a noi? Noi ai
libici? I greci ai turchi? O gli ungheresi ai greci?
Il gioco al
rimpallo è infinito. La fiducia si sfalda progressivamente. L’unico
principio è: “Non qui da noi, devono stare dall’altra parte, non importa
come e dove”. Il collasso di questo sistema è dietro alle porte. E le
conseguenze possono essere moto gravi anche per “noi cittadini di serie
A” non solo per quegli “sfigati di migranti”. Il passo successivo è
evidente: beh allora chiudiamo tutto e anche i vostri figli col cavolo
che vengono a fare i camerieri a Parigi o Londra. A quel punto cosa farà
Salvini? Dichiarerà guerra a Parigi e Londra? Mai dire mai.
Esiste un’altra strada?
Se
usciamo dal panico emotivo mediatico, capiamo che il vero tarlo del
sistema è legato proprio all’eccessiva sicurezza. Abbiamo deciso che la
strada necessaria era aumentare i controlli. Stiamo spendendo decine di
miliardi in sistemi di respingimento che eliminano alla base il dialogo
con la soggettività del migrante. Non sei nessuno, sei un numero e come
tale sei di troppo, quindi rimani fuori. Siccome ti ostini a non voler
rimanere fuori allora spendo miliardi e ti schiero contro polizie e
eserciti. E intanto dico ai miei cittadini che tu devi stare fuori
perché non ci sono soldi per tutti. E loro tutti, o quasi, mi credono.
Se
invece investissimo soldi (probabilmente ne servirebbero di meno) per
mediatori internazionali e non soldati, capaci di parlare con il
migrante in partenza e chiedergli cosa vuole fare, dove vuole andare e
prevedere un numero sostenibile di visti di entrata regolari e
controllabili, che riducano la pressione e blocchino il circuito folle
che ci sta portando al collasso?
Libereremmo economie legali e
virtuose, oggi risucchiate da trafficanti e polizie, e magari
scopriremmo che ci sono esseri umani che hanno fratelli, amici da
raggiungere. Che hanno posti di lavoro. Che sanno dove andare a vivere.
Che non vogliono chiedere asilo e rimanere parcheggiati in inutili
centri di accoglienza, ma studiare e lavorare. O anche semplicemente
amare, che nella vita non è né brutto né pericoloso. E saremmo così
anche più capaci di dare protezione a chi ne ha bisogno, senza violare
corpi e diritti come stiamo quotidianamente facendo.
Da alcuni
mesi il “Forum per cambiare l’ordine delle cose” sta promuovendo questa e
altre proposte. Chi ne è incuriosito può unirsi a questo percorso.