lunedì 16 aprile 2018

Il Fatto 16.4.18
La più grande disgrazia del “mondo libero” è stata la caduta dell’Urss
Dopo Tamerlano, Napoleone, Hitler e il tempo della Guerra Fredda, riecco il nemico per eccellenza: la Russia
di Pietrangelo Buttafuoco


Bomba o non bomba, il nemico c’è: è la Russia. Bombe o non bombe, strike mirati, missili intelligenti o pretestuosi che siano, il mondo – messa a dimora l’innocenza sotto una coltre di malafede – ha finalmente chiaro, per tramite di russofobia, chi è il nemico: è Mosca, ancora una volta nella traiettoria di un regolamento di conti atteso nei secoli.
Tamerlano, Napoleone Bonaparte, Adolf Hitler hanno già mancato il colpo. Hanno dovuto lasciarsi alle spalle le chiese dalla cupole a forma di cipolla per non tornare mai più. Ma il mondo mondialista, nella sua accezione liberal, si ritrova a tambureggiare, con le minacce – ma ancor più con la mistificazione – in direzione degli Urali e così scatenare il sabba delle ostilità dopo avere esaurito le cartucce con nemici dai contorni sfuggenti.
Eccoli: Al Qaeda, quindi Isis e poi ancora qualche sprazzo di stato canaglia o satellite che dir si voglia del ba-bau che fu (Corea del Nord compresa).
Infine un nemico vero, con tanto di cancellerie e rappresentanze diplomatiche. Ed è quel Cremlino che già fu l’irriducibile avversario del “mondo libero”. È un ritorno in grande stile – e con molto più fuoco – di quel che si ebbe con l’Unione Sovietica e le virgolette sul “mondo libero” ci stanno tutte perché la narrazione del poi, la mobilitazione retorica e la scienza esatta del liberalismo vanno a far capitombolo.
Ezio Mauro, l’ex direttore di Repubblica – esperto di Russia, oltre che raffinato analista – in un suo recente articolo rende merito al “mondo libero” di avere, con la Seconda Guerra mondiale, sconfitto le dittature.
Il testacoda è proprio qui: senza l’Urss di Giuseppe Stalin – la più spietata tra le dittature – l’Inghilterra, gli Stati Uniti e tutti i loro alleati (badogliani compresi) non avrebbero mai sconfitto l’Asse, tanto è vero che a Berlino, e alla liberazione nei lager, ci arrivano i sovietici, non certo lo Zio Tom.
La libertà del “mondo libero” è merito della Russia e bomba o non bomba, quella atomica, gli americani – dopo Hiroshima e dopo Nagasaki, la prova generale – gliela stavano sganciando su Mosca. Qualunque mediocre storico può spiegarne i dettagli di quella tentazione perché ormai il gioco della spartizione era chiaro, come pure la dottrina del mondo libero, in quell’aberrazione giuridica qual è il Tribunale di Norimberga che a Winston Churchill fa dire: “Ci toccherà vincerla la prossima guerra, altrimenti spetterà a noi salire sulla forca”.
La più grande disgrazia toccata in sorte al “mondo libero” è stata la caduta dell’Urss. Col crollo del comunismo e la fine della Cortina di Ferro è venuta meno la ragione della Nato comunque tenuta in piedi col collante di un’inimicizia, a questo punto, pretestuosa. Meglio: sempre in cerca di un pretesto. E quello di oggi, Dio ne abbia Misericordia, si chiama Siria.