Il Fatto 12.4.18
“L’Italia recuperi l’Ici che non ha fatto pagare alla Chiesa”
Il
caso - Per l'avvocato generale della Corte Ue l’esenzione è un aiuto di
Stato illegale che va restituito. Figuraccia per Roma e Bruxelles
“L’Italia recuperi l’Ici che non ha fatto pagare alla Chiesa”
di Carlo Di Foggia
Immaginate
la scena: il governo italiano che ordina alla Chiesa di versare l’Ici –
la vecchia imposta sugli immobili – che per anni gli ha concesso di non
pagare su buona parte del suo sterminato patrimonio immobiliare, un
conto che sfiora i 4 miliardi di euro. È l’incredibile scenario che si
aprirebbe se la Corte di Giustizia europea sposasse, come spesso
avviene, la linea illustrata ieri dal suo avvocato generale, il belga
Melchior Wathelet. La sentenza è attesa a maggio.
Secondo
Wathelet, l’Ici non pagata dalla chiesa, ritenuta un aiuto di Stato
illegale nel 2012, va recuperata perché non vale l’eccezione
riconosciuta dalla Commissione e dal Tribunale Ue allo Stato italiano
che riavere quei soldi è “impossibile” perché non ha raccolto i dati di
chi non ha pagato. È l’ultimo capitolo di una storia surreale che
imbarazza tanto lo Stato italiano che Bruxelles, intenti a proteggere i
conti della Chiesa perdendo tempo. Inizia nel 2006, quando la scuola
elementare Montessori di Roma e il titolare di un Bed&Breakfast
di San Cesareo pongono per primi la questione a Bruxelles. Un anno prima
il governo di Silvio Berlusconi, alla vigilia delle elezioni, aveva
esentato tutti gli immobili della Chiesa dal pagamento dell’Ici “a
prescindere dalla natura eventualmente commerciale”. Apriti cielo. Passa
un anno e il nuovo governo Prodi, per mano del ministro dello Sviluppo
Pier Luigi Bersani trova l’escamotage: un decreto esenta dal pagamento
dell’Ici solo gli immobili “con finalità non esclusivamente
commerciali”. E proprio l’avverbio “esclusivamente” ha permesso alla
Chiesa di usufruire dell’esenzione anche per le strutture turistiche,
gli alberghi o gli ospedali, purché all’interno avessero uno spazio
dedicato al culto. Il ministro dell’Economia Tommaso Padoa- Schioppa
avvia una commissione di esperti. Altro tempo perso.
Nel 2010
l’Antitrust Ue apre un’indagine e appura che dal 2006 al 2011 lo Stato
italiano ha concesso aiuti di Stato illegali alle strutture
ecclesiastiche. La questione si chiude nel 2012, quando il governo
Monti, con l’abbandono dell’Ici per l’Imu, limita l’esenzione solo alle
strutture prive di attività commerciali. Problema: a quel punto la
Commissione dà ragione all’Italia sull’“assoluta impossibilità” di
recuperare il dovuto perché, senza aver predisposto una banca dati, è
“impossibile” calcolare l’ammontare del pregresso, stimato dall’Anci,
l’associazione dei comuni, in 3,6 miliardi. Decisione confermata dal
Tribunale Ue nel 2016. La scuola Montessori e il gestore del B&B
sono allora ricorsi alla Corte di Giustizia.
Anche in caso di
condanna è difficile che Roma si muova davvero per recuperare la somma.
Anche perché nel 2014 il governo Renzi ha esonerato dal pagamento di Imu
e Tasi (servizi) le cliniche convenzionate e le scuole paritarie (in
gran parte della chiesa). Molte strutture commerciali ecclesiastiche,
peraltro, hanno continuato a non pagare. Solo a Roma, la giunta Marino
scoprì che il 40% delle strutture vantava un arretrato, tra Ici, Imu,
Tasi e Tari (rifiuti) di 20 milioni. L’iniziativa non ha contribuito
alla popolarità del chirurgo Oltretevere. Caduto Marino, la giunta Raggi
ha promesso di farsi dare il dovuto. Finora senza successo.