Il Fatto 10.4.18
Facebook va al Congresso per provare a salvarsi
Alla
vigilia dell’audizione del fondatore di fronte ai senatori Usa, il
titolo risale in Borsa. Intanto la piattaforma sospende l’app italiana
CubeYou
Facebook va al Congresso per provare a salvarsi
di Vds
L’ammissione
di colpa, la seconda nel giro di un paio di settimane, è iniziata a
circolare ieri pomeriggio: uno stralcio del discorso che Mark
Zuckerberg, il fondatore e ad di Facebook, terrà oggi di fronte alle
Commissioni Giustizia e Commercio del Senato Usa e poi domani alla
Camera, prima delle domande. Già il solo annuncio dell’audizione ieri ha
fatto guadagnare il titolo in Borsa (+1,7%) e oggi la speranza è che
vada ancora meglio: Mark Zuckerberg ammetterà di non aver avuto “una
visione ampia” della responsabilità di Facebook sugli utenti e le loro
informazioni personali, quelle che sono finite al centro dello scandalo
legato a Cambridge Analytica e ai dati di milioni di americani usati per
le campagne elettorali americane. “Non è sufficiente connettere le
persone – si legge nelle parti del testo diffuse ieri – : dobbiamo
essere certi che i collegamenti siano positivi. Non è sufficiente dare
alle persone il controllo delle loro informazioni, dobbiamo essere certi
che i nostri sviluppatori le stiano anche proteggendo: non abbiamo solo
la responsabilità di creare strumenti, ma dobbiamo essere anche certi
che vengano usati nel modo corretto”.
Ammetterà di voler
collaborare con il governo sulle indagini relative alle interferenze
russe del 2016, sosterrà di essere intenzionato a portare avanti un
processo di cambiamento già iniziato e che richiederà tempo. Ribadirà di
voler mettere la sicurezza degli utenti prima di tutto e tutti,
soprattutto prima degli inserzionisti e delle pubblicità. Con quale
modello di business, però, non è ancora chiaro. Nelle stesse ore,
Facebook fa anche sapere di aver sospeso dalla piattaforma una società
sospettata di aver raccolto e condiviso dati degli utenti per profilarli
e condividerli con altri. A segnalarlo l’emittente Cnbc: la piattaforma
si chiama CubeYou e si sarebbe servita di quiz, anche attraverso una
applicazione “per ricerche accademiche non-profit”. Quiz comuni e molto
diffusi sul social, come “You Are What You Like (Sei quello che ti
piace). Secondo Cnbc, la società avrebbe venduto dati raccolti da
ricercatori che lavoravano al centro di psicometria (Psychometrics
Center) della Cambridge University. La reazione dell’Università di
Cambridge è stata quasi un moto di spocchia: ha detto che non ha
collaborato con Cubeyou. “La nostra relazione non era commerciale e non
sono stati scambiati commissioni o progetti legati a clienti – ha
riferito –. Sfortunatamente i collaboratori dell’università qualche
volta esagerano i loro legami per guadagnare prestigio per i loro lavori
accademici”.
L’Ad di CubeYou è un italiano, Federico Treu. Lui
stesso racconta, nel 2015 sul sito eastwest.eu, la genesi della società e
la sua trasformazione. Nata per offrire tour virtuali dei locali di
Milano associati a Google Street View, per evitare il fallimento si è
trasformata in un’azienda per la profilazione online. “Dopo due anni di
sviluppo io e mio fratello ci siamo ritrovati con due prodotti validi in
mano – racconta Treu – Uno strumento per la gestione dei social media e
una piattaforma di profilazione per raccogliere informazioni sui
clienti direttamente dai social media”. I due fratelli si separano. “Io
ho preso in mano il progetto di profilazione sotto l’etichetta Cubeyou e
Gianluca ha fondato Social Bullguard per la vendita del suo servizio di
gestione dei social media”. Quest’ultima si assicura clienti come BMW,
Poste Italiane e Vodafone, mentre Cubeyou si dedica a ricerca e
sviluppo. “Abbiamo siglato un accordo con l’Università di Cambridge che
ha portato il trattamento dei dati social a un nuovo livello e abbiamo
sfruttato sistemi di Intelligenza Artificiale per trasformare le
interazioni online in predittori di comportamenti di acquisto –
concludeva Treu – Il nostro obiettivo è scardinare la vecchia industria
di ricerche di mercato e i suoi antiquati metodi di sondaggio
introducendo una nuova tecnologia di ricerca basata su intelligenza
artificiale e big data dai social media”.
Oggi Treu sostiene che
l’azienda ha lavorato con la Cambridge University solo dal dicembre 2013
al maggio 2015 e che non avrebbe più accesso ai dati di chi ha fatto il
quiz dal giugno 2015. Ha anche precisato che sul sito di
YouAreWhatYouLike.com veniva specificato che i dati raccolti potevano
essere usati anche per fini commerciali e dati a terze parti. Secondo
Cnbc, i termini di servizio visibili agli utenti di Facebook che
installavano la app Apply Magic Sauce parlavano però di “accesso solo
per scopi di ricerca”. In attesa di verifica, Facebook ha preferito
sospenderla. Non è il momento di rischiare.