lunedì 9 aprile 2018

Corriere 9.6.18
Personaggi In un libro di Nicola Attadio (Bompiani) le avventure della prima leggendaria giornalista investigativa americana, una donna orgogliosa e libera
Fingersi matta per raccontare il manicomio, la sfida di Nellie
di Luisa Pronzato


Irrequieta e libera. Negli anni in cui era impensabile per le donne strapparsi la pelle di madri e mogli «per natura», la quindicenne Elizabeth Cochran ha già chiaro che mai la sua vita dipenderà da un uomo: «Mai barattare la propria dignità in cambio di sicurezza». Elizabeth vuole per sé un lavoro (che sconcezza!) e non uno qualsiasi, inoltre ha un forte senso di giustizia che le dà uno sguardo capace di partire da sé per entrare nelle condizioni degli altri.
Siamo a cavallo tra Otto e Novecento. Soffia quel vento di cambiamento sociale in cui si muovono i primi passi dell’indipendenza (innanzitutto economica) femminile. La ragazza ha il fiuto del cronista e la capacità di mettersi in gioco. Lo farà diventando, con il nome Nellie Bly (una donna non può firmare con il suo nome), la prima reporter sotto copertura del giornalismo americano. E non solo.
Ora Nicola Attadio, autore e conduttore della trasmissione Vite che non sono la mia (Radio3), mette mano alle cronache del tempo e agli articoli della coraggiosa giornalista. E compone un romanzo-saggio-biografia, Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly, a free american girl (Bompiani), e ci porta un vento che, proprio perché lontano, mostra limiti che oggi non riusciamo più a vedere.
Il racconto si sviluppa su più piani: la storia del giornalismo, le condizioni sociali durante la rivoluzione industriale e la vita di Nellie, una donna che incide sul cambiamento.
Giornalista, prima corrispondente americana sul fronte orientale della Grande guerra, poi manager d’azienda e di nuovo giornalista (inventa una rubrica in cui mette in contatto chi chiede aiuto con chi può darlo), Nellie ha bruciato tutte le tappe dell’emancipazione. Ribellandosi. Ogni volta che qualcuno cercherà di rimetterla al suo posto.
Il primo atto è una lettera ribelle al «Pittsburgh Dispatch». Ha vent’anni e la sua rabbia per mostrare quello che tutti vedono, ma non dicono, svela un talento che convince il direttore del quotidiano ad assumerla. Nel primo articolo racconta le «ragazze senza» (bellezza, denaro, talenti) e puntualizza due temi fondamentali dell’emancipazione femminile: la libertà si conquista attraverso il lavoro e la parità di paga con gli uomini. La sua irrequietezza la porterà a New York, al «World» di Joseph Pulitzer, con il reportage sul manicomio femminile, dove si fa internare. Diventa una celebrità. Non basta: le convenzioni incarnate dai direttori cercano di respingerla in un giornalismo più adatto alle donne.
Nellie non si piega. Convinta che l’informazione è utile se migliora la vita delle persone e che il giornalismo deve denunciare per cambiare. Non ha ideologie, Nellie, salirà sul palco delle suffragette quando già è popolare come testimonial della lotta per il voto alle donne. Il «vento» di Nicola Attadio ce la porta con le sue debolezze e forze. Oggi che l’emancipazione femminile, dopo l’accelerazione di quel periodo, procede a passi incerti, c’è ancora più bisogno di quella responsabilità. Hai l’illusione di libertà. Quella libertà, però, te la devi ancora creare. Un secolo e mezzo dopo l’irrequieta free american girl mostra ancora una strada.