Corriere 7.4.18
La resistenza di Lula con gli scudi umani
di Rocco Cotroneo
Lula
non si consegna alle autorità per essere portato in carcere a Curitiba,
dopo la condanna per corruzione. L’ex presidente brasiliano è rimasto
barricato nel quartier generale della Metalworkers Union di São Bernardo
do Campo. I suoi avvocati hanno iniziato una trattativa per definire i
termini dell’arresto e della detenzione. In tutto il Paese diverse le
manifestazioni di protesta a favore di Lula.
RIO DE JANEIRO Il
bunker della resistenza finale è una brutta palazzina di quattro piani
circondata da altro cemento, nella periferia di una delle più sterminate
metropoli del mondo. Ma la sua insegna è un pezzo di storia del
Brasile, ed è qui che Lula decide di ignorare i giudici e rendere
drammatico il suo ultimo giorno di libertà. La sede del sindacato
metalmeccanici di San Paolo è la culla della storia politica dell’ex
tornitore che ha perso un dito sotto una pressa, poi ha sfidato la
dittatura da leader operaio e molti anni dopo è diventato presidente del
suo Paese. È circondata da militanti con le bandiere rosse, oltre che
giornalisti e fotografi. Sono poche migliaia i fedelissimi, non il
cordone umano che potrebbe proteggerlo dalla «giustizia ingiusta e serva
delle élites», come nella narrativa di parte di questa lunga vicenda
giudiziaria. Non le decine di milioni di brasiliani che lo hanno votato
in cinque occasioni. Ma in qualche modo la scenografia ottiene il suo
scopo: a fronte di una persecuzione c’è un martire rinchiuso in un luogo
simbolico di lotta.
Lula dunque non si è consegnato
spontaneamente entro le 17 ore locali di ieri (le 22 in Italia), come il
giudice Sergio Moro gli aveva suggerito. Avrebbe dovuto presentarsi a
Curitiba, sede dell’inchiesta giudiziaria che l’ha travolto, e in cambio
ottenere un trattamento di favore. Niente manette e telecamere, e come
cella una specie di ufficio al quarto piano della sede della Polizia
federale: 15 metri quadrati, con bagno privato, letto e un tavolo di
lavoro. Era un dormitorio per agenti in trasferta, non ci sono sbarre:
il giudice Moro ha ammesso l’eccezione in considerazione del ruolo
svolto in passato dal leader brasiliano e chiesto alla polizia di
preparare una stanza speciale. Lula prigioniero avrà diritto a due ore
d’aria al giorno e una visita di familiari e amici per settimana. Nessun
contatto con gli altri detenuti, come il suo ex ministro dell’Economia,
Antonio Palocci, o il costruttore che gli aveva regalato il famoso
attico al mare, Leo Pinheiro. La pena da scontare è lunga, 12 anni e un
mese, anche se sulla durata effettiva della detenzione di Lula fioccano
previsioni di ogni tipo. Anche poche settimane, sostiene qualcuno,
conoscendo i meandri del sistema giudiziario brasiliano.
Saputo
dell’ordine di arresto, Lula ha scelto di passare la notte tra giovedì e
ieri nella sede del sindacato, con amici e avvocati, dormendo poche ore
nella stanza della presidenza senza tornare a casa. Poi è cominciata
una giornata lunghissima. Un elicottero della tv ronzava sulla
palazzina, i manifestanti fuori, i giornalisti in maratone davanti alle
telecamere e alcuni momenti curiosi, come l’arrivo di un furgone con
casse di birra, carne e sacchi di carbonella, come per ogni «churrasco»
(grigliata) che si rispetti. In strada due camion-palco, dai quali
militanti del partito e dei movimenti sociali si alternano a parlare per
ore e ore, strappando applausi via via più annoiati. Nel corso della
giornata, la polizia concede a Lula di presentarsi, sempre entro le 17,
nella sede di San Paolo, da dove poi un aereo l’avrebbe immediatamente
portato a Curitiba. Mentre gli avvocati giocavano le ultime disperate
carte per trovare un giudice di una istanza più alta in grado di
sospendere la detenzione: due le nuove istanze, entrambe respinte.
Passato
l’ultimatum, senza alcun segnale che Lula intendesse lasciare la sede
del sindacato, la polizia ha fatto sapere di escludere un blitz per
andarlo a prendere con la forza. Troppi rischi di scontri con i
manifestanti, un eccesso di drammaticità evitabile. Ma la previsione
ieri sera era che la consegna fosse ormai imminente, secondo un accordo
già raggiunto tra polizia e legali di Lula.