Corriere 7.4.18
Il capo dei Sem Terra «Lo libererà la piazza, faremo marce e scioperi»
di R. Co.
«Dovesse
succedere, incendieremo il Brasile!». È lo slogan che la militanza dura
e pura del «lulismo» agitava da tempo, in previsione di una giornata
storica come quella di ieri. Ma poiché la capacità di mobilitazione del
Pt (il Partito dei Lavoratori fondato da Lula) è ormai limitata, l’unico
movimento in grado di far sentire la sua voce a livello nazionale è
quello dei contadini senza terra. Ieri lo storico Mst (Movimento Sem
Terra) ha bloccato con picchetti varie strade nel grande Paese. Il suo
leader João Pedro Stedile è un vecchio amico di Lula, sin dalle prime
battaglie negli anni Ottanta. È nato nel Sud del Brasile, da una
famiglia di origini trentine.
La prigione di Lula è una partita perduta?
«Per
nulla. Il campionato è lungo ed è arrivato il momento di reagire e
stimolare la reazione popolare ad una evidente ingiustizia. Non abbiamo i
grandi media, quelli che hanno orchestrato questa offensiva, ma i
social network che sono i nostri muri, l’unico luogo dove possiamo
scrivere liberamente. Lula verrà liberato dai suoi militanti, da grandi
manifestazioni di massa. Vedrete».
Ieri si è radunata gente a San
Paolo, dove Lula ha passato le ultime ore di libertà nella sede del
sindacato. Ma nel resto del Brasile?
«I senza terra hanno
organizzato marce e blocchi stradali in decine di città e Stati. Ma la
mobilitazione deve continuare e allargarsi al sindacato. È ora di
tornare a grandi scioperi. La prigione di Lula è un altro attacco dei
poteri forti dell’economia contro il nostro popolo».
Come è possibile che tutte le accuse contro Lula non abbiano alcun fondamento?
«Tutto
è nato in televisione, anzi in un’unica tv, la rete Globo. Una volta la
borghesia aveva le sue scuole, le chiese, oggi il pensiero unico passa
dalla tv monopolista, il vero partito ideologico delle élites. Mentono
dalla mattina alla sera. Cosa possiamo fare? L’unica è spegnere la
televisione, denunciare le sue menzogne. E un giorno il popolo chiederà
il conto».
Come andrà a finire con le elezioni di ottobre?
«Con
l’esclusione forzata e illegittima di chi è chiaramente in testa alle
preferenze di voto e non potrà competere, si rischia un processo
elettorale del tutto anomalo. Il popolo brasiliano aveva già scelto,
vuole il ritorno di Lula che è stato il miglior presidente della sua
storia».