Corriere 5.4.18
Il giovane Karl Marx
Il filosofo tra gli operai: una girandola di passioni
di Maurizio Porro
Tutti
 dicono che Marx, nel senso dell’ideologia, è morto, ma in questo film 
di Raoul Peck che festeggia i 200 anni della nascita e i 170 del 
Manifesto , sembra vivissimo. L’autore di Lumumba e I’m not your negro 
non imbocca la strada didascalica impedita a suo tempo a Eisenstein e 
Rossellini, ma rende il filosofo post hegeliano uomo di passioni, che 
vede operai francesi e inglesi in strada, i tedeschi come sempre in 
tumulto, i vicini spioni.
Così, a 26 anni dà uno strattone alla 
sua esistenza, parte con la moglie per Parigi dove nel 1844 incontra il 
suo amico e complice Friedrich Engels, dandy figlio d’industriali che 
sposa la causa del popolo in marcia, tanto che Marx lo bacia perfino 
sulla bocca ma solo per un’inchiesta sui proletari di Manchester. Poi 
riformisti, assemblee, voti, il rassicurante Proudhon, mentre l’ombra di
 Feuerbach, vero ispiratore, s’allunga. Alti e bassi tradimenti: sembra 
il Pd di oggi raccontato dalla medium della Storia. E tutto va a doppia 
mandata, l’impegno politico convive col bilancio sentimentale, le leggi 
d’amicizia, la trasformazione dell’idea in azione, quello che non 
riusciva ad Amleto.
Il film è brechtiano, certo, ma s’anima e 
vive, con un sospetto televisivo, del senno di prima e poi: l’esborso 
emotivo non cancella la fede nel Manifesto. Marx è August Diehl, nazi in
 Bastardi senza gloria, Engels è Stefan Konarske, Jenny Marx è Vicky 
Krieps che avvelena coi funghi il sarto del Filo nascosto ma qui 
sopporta i capricci dell’uomo del Capitale. 
 
