mercoledì 4 aprile 2018

Corriere 4.4.18
Dj Fabo, il governo davanti alla Consulta «Resti il reato di istigazione al suicidio»
Ieri la scelta di costituirsi parte civile nel processo. Cappato: «Mossa politica ma noi andiamo avanti»
di Margherita De Bac


ROMA Era l’ultimo giorno per costituirsi davanti alla Corte Costituzionale. E il governo Gentiloni ha rotto gli indugi: difenderà la legittimità del reato di aiuto al suicidio contestato a Marco Cappato, esponente dei Radicali, nell’ambito del processo sulla morte del dj Fabiano Antoniani, in arte Fabo. Lui reagisce con un post su Facebook: «In Corte costituzionale troveremo l’Avvocatura di Stato? Con Filomena Gallo rispettiamo la scelta politica del governo. Noi comunque andiamo avanti. Il Parlamento ora discuta la nostra legge popolare Eutanasia Legale che attende da oltre 4 anni! #LiberiFinoAllaFine ».
Cappato accompagnò dj Fabo in una clinica svizzera dove è morto nel febbraio del 2017 ricorrendo al suicidio assistito, consentito dalla legislazione elvetica e non da noi come tutte le forme di eutanasia. La Corte di Assise di Milano lo scorso febbraio aveva deciso di trasmettere gli atti alla Consulta affinché si esprimesse sull’articolo 580 del codice penale, datato al 1930, che punisce l’istigazione al suicidio. A dare notizia della scelta del governo è stata Filomena Gallo, segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio di difesa di Cappato che dieci giorni fa aveva promosso un appello sottoscritto da 15 mila cittadini che chiedeva all’esecutivo di non intervenire.
Per la Gallo «è una scelta legittima e pienamente politica. Avrebbero potuto però accogliere il nostro appello. Non cambiamo obiettivo: vogliamo far prevalere contro la lettera del codice penale del 1930 i principi di libertà e autodeterminazione riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalla convenzione europea dei diritti umani». L’associazione di cui fa parte anche Mina Welby, nome storico nella battaglia a favore dell’eutanasia, ribadisce la convinzione che Fabiano Antoniani dovesse ottenere il Italia l’assistenza ricevuta in Svizzera. Hanno chiesto di sostenere la costituzionalità della norma tre associazioni pro life: Movimento per la Vita , Vita è e Centro studi Rosario Livatino .
«La decisione del governo di costituirsi in giudizio davanti alla Consulta è un grave errore, e lo dico da cattolico», commenta Stefano Pedica (Pd): «Chi è costretto a vivere nelle condizioni di Dj Fabo ha il diritto di mettere fine alle proprie sofferenze». Duro anche Nicola Fratoianni (LeU), che definisce l’iniziativa «un atto ipocrita, specie alla luce della legge sul fine vita. La doppia morale è purtroppo tipica di una certa politica del Paese. Avrebbero dovuto rispettare la volontà di Fabo». Welby reagisce: «È un grave passo indietro dell’Italia sul fronte dei diritti. Una persona che si trova nelle condizioni di Fabo deve poter chiedere di andarsene. L’articolo 580 non ha più senso di esistere». Proprio in questi giorni sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le indicazioni per attuare la legge sul biotestamento, approvata pochi mesi dopo l’addio di Fabo.