Repubblica 7.3.18
Monica Vitti
I mille volti dell’attrice che visse due volte
di Irene Bignardi
Decisamente, almeno sulla scena italiana, è ed è stata una signora in controtendenza.
Spigolosa quando le altre erano morbide. Bionda quando le altre erano brune.
Sottile
quando le altre erano opulente. Accollata quando le altre esibivano i
loro ipnotizzanti attributi ai tempi delle maggiorate.
Problematica
quando le altre erano rassicuranti. Con un’aria altoborghese quando le
altre si portavano appresso il familiare profumo dei “tinelli”. Con una
voce come carta vetrata di quella fine a contrasto con il cinguettio
delle sue colleghe. E capace anche di trasformarsi, di reincarnarsi, di
prendersi in giro, film dopo film.
Monica Vitti, che purtroppo non
vediamo in giro da molto tempo (e dico “vediamo” non per amore del
plurale maiestatis, ma per esprimere il rimpianto del suo pubblico
collettivo, che non la vede da molti anni, appartata com’è per ragioni
di salute), Monica Vitti è stata un’attrice singolare e speciale,
un’anima divisa in due, una vera attrice capace di funambolici
trasformismi.
La ragazza e poi signora che ha voluto e saputo dire
allegramente addio a una parte della sua vita quando quella vita
cominciava a ripetersi, a essere troppo “alla maniera di”, a non
permetterle di provarci, a chiuderla in un ruolo, o semplicemente ad
annoiarla, per costruire Monica Vitti, l’attrice capace da un giorno
all’altro di inventarsi un nuovo profilo abbandonando il carapace della
signora chic, bionda, raçée, e per ripresentarsi bruna e tosta, con la
pistola in mano e le lacrime in tasca, ma anche con una sigaretta da
intingere nell’uovo che il marito si accinge a gustare per la prima
colazione. Il tutto senza mai tradirsi né tradire le sue radici di
attrice, di commediante, di personaggio. Nutrendo il suo cinema del suo
teatro, e viceversa.
Già, ma di quale personaggio parliamo? Della
elegante, problematica ragazza di La notte, con i suoi problemi di
identità e di comunicazione? Della passionale e rozza italiana da
esportazione con la pistola in mano? Ci sono quelli che la trovano più
brava e più bella quanto più è sciamannata e quelli che l’ammirano nella
versione elegante e bionda, con i lunghi occhi opalini e il delicato
contorno del viso.
Ci sono quelli che ammirano la sua nevrotica
performance di Deserto rosso e la sua grazia, il suo humour e la sua
generosità in Polvere di stelle.
C’è chi sceglie la signora
elegante di Il fantasma della libertà o la mossa di Nini Tirabusciò. E
si potrebbe continuare a lungo.
Celebriamo dunque assieme, oggi,
con Monica Vitti, due stili, due vite, due percorsi artistici. Monica,
la donna che visse due volte.