mercoledì 28 marzo 2018

Repubblica 28.3.18
Toghe e dress code
“Processate Bellomo” La caduta del giudice che osava l’indicibile
Dopo la rimozione dal Consiglio di Stato i pm chiedono il rinvio a giudizio per stalking
di Liana Milella


ROMA Di se stesso Francesco Bellomo era abituato a dire: «Obiettivamente, io godo di una reputazione altissima. I professori mi danno carta bianca. Stiamo parlando di accademici che hanno ruoli in organismi nazionali e internazionali. Io godo di un’altissima credibilità, quindi c’è una grandissima fiducia nei miei confronti».
Rispondeva così Bellomo, arrogante e infastidito, alle domande di Giuseppe Conte che il primo agosto 2017 conduceva a Palazzo Spada il giudizio disciplinare contro di lui.
Ma da ieri, l’immagine e le abitudini dell’ex magistrato sono definitivamente consegnate a tutt’altre testimonianze.
Confermano l’inchiesta del Consiglio di Stato che ha portato alla sua destituzione. Sono contenute nel voluminoso dossier di interrogatori e rivelazioni che i pm di Piacenza Roberto Fontana ed Emilio Pisante hanno appena depositato con una richiesta di rinvio a giudizio per due reati pesanti, stalking e lesioni dolose. La vittima di Bellomo era Francesca P., la studentessa di “Diritto e scienza” — la scuola di formazione alla magistratura diretta da Bellomo — giunta a pesare 42 chili per le pressioni dell’ex magistrato, e che il padre Antonio ha salvato con la sua denuncia al Consiglio di Stato.
Un amante seriale
Decine di ragazze interrogate, storie di oppressione e di sesso che, senza che nessuno ne denunciasse l’esistenza anche se tutti sapevano, sono proseguite per oltre dieci anni. Verbali raccolti non solo dalla procura di Piacenza con la squadra mobile, ma anche da quelle di Milano e di Bari, il film di giovani laureati che pur di ottenere una borsa di studio e un contratto da Bellomo hanno accettato le sue ripetitive avances. Racconta ai magistrati Francesca P., finita in ospedale per le violenze di Bellomo: «Mi parla di lui, mi dice che generalmente ha dieci fidanzate.
Anzi, non dieci fidanzate, dieci donne, perché quando una viene messa sotto pressione cade, e allora ce ne dev’essere un’altra pronta, perché non tutte sono attive. Mi fa leggere dei messaggi personali amorosi. Io sto zitta e ascolto e mi dico “Sarò scema io a non capire la rilevanza scientifica di questo argomento…”». La teoria di Bellomo, quella dell’agente superiore. Che condivideva con il suo factotum e braccio destro, il pm di Rovigo Davide Nalin, sospeso dal Csm, su cui pesa adesso la medesima richiesta di rinvio a giudizio.
Con lui si sentiva al sicuro
Dice così, a se stessa e a sua madre, Francesca P. quando la storia con Bellomo invade la sua vita. Lui gli impone il famoso dress code — gonna cortissima e tacchi a spillo — e gli manda anche i vestiti in albergo, lei si guarda allo specchio, non si piace affatto, cerca il vestito più corto che ha in casa per raggiungerlo all’hotel, e poi cerca di consolarsi: «Mamma, non preoccuparti, sono con un consigliere di Stato, cosa vuoi che mi succeda?».
Indagini sul passato
Ha paura Fancesca. Ha imparato a conoscere il metodo Bellomo.
Perché il consigliere è abituato a pubblicare le storie con le sue fidanzate sulla rivista della scuola “Diritto e scienza”. Lo ha già fatto con Francesca D., vicenda del 2013, e poi con Emanuela C., una relazione di due anni dopo.
Quest’ultima ha raccontato: «Da ottobre 2015 a novembre 2016 Bellomo ha pubblicato oltre 30 articoli in cui si parlava di me, citandomi con nome e cognome.
Il tono fu di una gravità crescente. Parlava delle mie relazioni sentimentali precedenti aggiungendo particolari sui rapporti sessuali come lui immaginava si fossero verificati».
Tutti sanno, nessuno denuncia
Nelle sedi della scuola “Diritto e scienza”, dove Bellomo vanta, come ha raccontato la testimone Carla Pernice a Piacenza e anche in tv, di applicare la matematica al diritto, tutti leggono la rivista criptata, ma tacciono. Tacciono anche gli alunni nel frattempo divenuti magistrati. Tengono alla loro privacy. Ma ora al processo dovranno esporre, con il loro volto, che cosa accadeva nelle sedi della scuola di Bellomo di Bari, Roma e Milano.
Francesca ha paura
Francesca, vittima di un pesantissimo stalking, ha paura.
Cerca di abbandonare Bellomo. E lui: «Io perdo dieci, tu perdi novanta, nel senso che per te è un’occasione unica nella vita poter stare con me, è un peccato che tu non la sfrutti. Il contratto possiamo scioglierlo». Le chiede di andare a Bari a una festa.
Sembra rabbonirsi. Ma le torture continuano. Si dipinge come un uomo di scienza, ma pretende di conoscere la precedente vita sessuale di Francesca. Poi gliela rivolta contro. «Lì iniziano giornate pesantissime in cui mi insulta ripetutamente, mi dice letteralmente che sono una p… e una t… e altre cose orribili, quasi irripetibili, tipo che se ci fosse un ristorante di sperma io andrei là per degustare queste cose…».
“Io sono superiore”
Pretende le sue foto. «Io sono superiore, quindi con me devi mandare più foto e più estreme».
Interviene Nalin, un pm in carica, ad appoggiare queste pretese.
Francesca cede: «In quel momento mi sento male, non riesco a respirare, sono distrutta, non so più neanche chi sono. Ho rischiato di svenire, di morire, ma lui ha continuato a urlarmi addosso. Ti prego, gli ho detto, non ce la faccio più». Lui, imperterrito: «Se non confessi, tutta la nostra ricostruzione verrà messa sulla rivista e domani tutta l’Italia saprà che sei una t...».
Chiosa Francesca: «Diceva di parlare per le scienze, perché lui era uno scienziato e tutto quello che diceva era secondo le scienze occidentali, diceva di aver studiato antropologia e sociologia, quindi anche i comportamenti sessuali».
Gli sms di una fidanzata
Di certo, a Bellomo l’abilità non manca. Conserva le prove. Non si fa interrogare a Piacenza, ma consegna un lungo elenco di sms di una sua ex fidanzata del 2011, Silvia Z.: «Appena ti ho visto mi si è aperto il cuore. Stando con te ho imparato a conoscere i miei limiti e i lati negativi. Spero di essere in via di miglioramento.
Tutte le volte che mi rendo conto di deluderti sto malissimo. Ti amo tanto». Il metodo Bellomo contro le donne è tutto qui.