Repubblica 27.1.18
Il primo giorno di lavoro di Fico
Se il presidente della Camera sale sull’autobus
di Concetto Vecchio
ROMA
Ieri Roberto Fico ha postato una foto su Instagram, dove lo si vede
scendere da un autobus Atac. «Direzione Camera dei deputati», aveva
scritto. In un baleno centinaia di follower, (Fico ne ha 22mila),
avevano premuto sul cuoricino del mi piace.
L’immagine del
presidente della Camera seduto sul bus, al suo primo giorno di lavoro
sullo scranno più alto di Montecitorio, è stata rilanciata in grande
stile dal Blog delle Stelle, la bacheca online del movimento, con il
titolo “Il Parlamento non sarà più il simbolo della casta” e la
didascalia: «Roberto Fico, presidente della Camera, che questa mattina
si è recato come sempre al lavoro in autobus».
Ne è sorto il
solito dibattito fideistico dei social, tra quelli che commentavano
«grande esempio» e quelli, come l’ex deputata pd Paola Concia, che
twittavano «questa è una cosa che dura un giorno, poi sarà costretto ad
andare con la scorta». E siccome la rete è implacabile, c’è chi come la
guerriera del renzismo Alessia Morani gli ha rinfacciato, grazie al sito
tirendiconto.it, i 15mila euro spesi in taxi nell’ultima legislatura, a
fronte dei soli 314 euro per bus e metro. A quel punto la discussione
si è avvitata sulla domanda se ci costa di più un Fico che va in tram
seguito dalla scorta - un’autorità che così potenzialmente mette in
pericolo l’incolumità degli altri, come gli ha fatto notare più d’uno su
Twitter - oppure un Fico che gira in auto blu, posto che la terza
carica dello Stato non può rinunciare alla tutela di almeno quattro
agenti.
In realtà, come si evince dal video dell’Ansa, Fico
arrivato da Napoli col Frecciarossa delle 9,40 intendeva prendere un
taxi ma, siccome c’era la fila, ha allungato il passo verso l’85, con
accanto la scorta, («er presidente daa Camera, mica robetta», ha
esclamato un cittadino), e così è arrivato in centro, mentre la gente si
congratulava, lo applaudiva, gli stringeva la mano. In serata ha
annunciato che rinuncerà «totalmente» all’indennità di funzione da
presidente della Camera: 4.223 euro netti, che si aggiungono allo
stipendio base di circa 5.000 euro.
In tutto questo va segnalato
l’incendio scoppiato attorno al tweet alla Fortebraccio di Guido
Crosetto (Fratelli d’Italia): «Ieri, mentre arrivavo alla Camera, ho
visto arrivare un’auto e infilarsi nel parcheggio riservato a pochi
parlamentari fortunati. Ne è sceso Di Battista». È stato ricoperto di
contumelie grilline. Ora, a onor del vero, anche Laura Boldrini nei
primi giorni andava a piedi, «sono qui per fare del Parlamento la casa
della buona politica», diceva, e veniva fermata dalle scolaresche che le
chiedevano selfie. E sia lei che il presidente Grasso annunciarono un
taglio dello stipendio del 50%. Grasso disse una cosa che aveva detto
anche Fini prima di lui: «Mi auguro che il Senato lavori dal lunedì al
venerdì, e non più solo da martedì a giovedì». Anche Renzi, negli esordi
da premier, andava a piedi dall’Hotel Bristol in piazza Barberini a
palazzo Chigi, e la gente gli diceva «non mollare!», e gli chiedeva i
selfie, e Renzi assicurava «la mia scorta è la gente».
Pure Monti arrivò a Roma col trolley.
All’estero
si ricordano i casi dell’ex premier Gordon Brown sorpreso nella Tube e
il sindaco di New York Michael Bloomberg, che amava farsi vedere mentre
s’infilava nella metro, poi all’uscita trovava ad attenderlo i Suv con i
vetri oscurati e i bodyguard. Insomma, nei primi giorni in tanti si
sentono un po’ Pepe Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay che rinunciò a
vivere nel palazzo presidenziale, dimorando alla periferia di Montevideo
con 800 euro, il dieci per cento dello stipendio: per tutto il mandato.