venerdì 23 marzo 2018

Repubblica 23.3.18
Le false verità sulle Fosse Ardeatine
di Corrado Augias


Caro Augias, le invio un ricordo in versi sull’eccidio delle Ardeatine nella speranza che aiuti a non dimenticare le date tremende del 23 e24 marzo 1944. Ho ritrovato questi versi scritti con sdegno quando Erich Priebke fu estradato a Roma dall’Argentina. Mi lega al 23 marzo il ricordo dell’esplosione di via Rasella. Io e le mie due sorelle bambine eravamo per mano a mia madre tornando da piazza Verdi. Stavamo per attraversare via del Tritone quando il boato ci lasciò sgomente.
Svicolammo fino a casa in piazza Grazioli. Poi ci fu un grande silenzio e dopo tre giorni si seppe del massacro.
La ritorsione tedesca non si fece attendere. L’episodio della bomba e della strage è indimenticabile. Ripenso con orrore al fatto che anche mio padre era stato a Regina Coeli perché denunciato da un collaboratore infido che si scoperse appartenere all’Ovra: un’ingiustizia tra le molte.
Francesca Boesch - Roma

Pochi versi iniziali dal componimento della signora Boesch dove indignazione e dolore prevalgono: Sono passati settant’anni e più/ Da quel giorno sinistro dell’eccidio./ Un tempo lungo per dimenticare/ ma insufficiente a sbiadirne memoria./ Uomini ignari, prelevati a caso,/ dal carcere dov’erano: o da casa/ per scontare la vendetta del Reich/ che, implacabile, giunse:/ e non seppero, fino a quell’istante/ se andassero a morire — Né il perché ».
L’attentato di via Rasella e il successivo massacro delle Fosse Ardeatine è uno dei pochi episodi della guerra e della Resistenza dove la vulgata neofascista è riuscita ad avere una certa circolazione e conseguente credibilità. Sostanzialmente si riduce alla considerazione che se gli esecutori materiali dell’attentato si fossero consegnati agli occupanti nazisti, il massacro si sarebbe evitato. È una versione di comodo che ignora circostanze e tempi in cui i fatti si svolsero: i tedeschi infatti dettero l’annuncio del massacro solo a operazione conclusa. Il colonnello Kappler aveva radunato i suoi uomini comunicando che entro poche ore 320 persone dovevano essere fucilate, che bisognava fare in fretta e tenere segreta l’operazione per evitare una possibile insurrezione. I dettagli, ancora oggi mal conosciuti, dicono in quali condizioni i carnefici dovettero compiere la strage perché uccidere uno dopo l’altro 335 uomini con un colpo alla nuca è un macabro e feroce “lavoro” di ore. Gli aguzzini dovettero essere confortati con abbondanti razioni di alcol, bisogna immaginare quale orrendo volume rappresentano i cadaveri di centinaia di persone via via uccise nel soffocante dedalo di quelle gallerie. Dopo alcune ore, i poveri condannati dovevano inerpicarsi sulle salme già riverse per essere a loro volta abbattuti. Nel conto che dieci italiani dovevano essere uccisi per ogni tedesco morto, finirono cinque vittime in più perché gli uomini del capitano e criminale di guerra Erich Priebke avevano sbagliato a fare i conti. Le Fosse Ardeatine rappresentano una delle più imponenti stragi di civili dell’ultima guerra. Requiescant.