venerdì 23 marzo 2018

Repubblica 23.3.18
A una settimana dalla scomparsa
Tutto Hawking dal big bang ai buchi neri
Il libro-capolavoro dello scienziato da domani in edicola con Repubblica
di L. F.


A poco più di una settimana dalla scomparsa, Repubblica celebra Stephen Hawking portando nelle edicole, da domani a 9,90 euro in più rispetto al prezzo del giornale, il suo libro più celebre: Dal big bang ai buchi neri. Un saggio che, quando fu pubblicato nel 1988, segnò al tempo stesso la sua consacrazione come scienziato e l’inizio della sua fama planetaria come icona pop. Nelle ore successive alla scomparsa di Hawking, il 14 marzo scorso, ci si è interrogati sulle ragioni che hanno fatto di questo astrofisico costretto su una sedia a rotelle una celebrità anche tra la gente comune. Dal big bang ai buchi neri è certamente una delle risposte.
Innanzitutto la fisica. Il libro riassume già nel titolo gli straordinari contributi che Hawking ha dato alla comprensione del cosmo. Dopo aver studiato insieme al collega e amico Roger Penrose una nuova matematica per descrivere quelle singolarità dello spazio-tempo che oggi chiamiamo comunemente buchi neri, Hawking dimostra che riavvolgendo all’indietro l’espansione del cosmo si arriva inevitabilmente a un’altra singolarità: il big bang. E poi, la seconda, clamorosa, intuizione: i buchi neri non sono poi così neri.
Mescolando meccanica quantistica e Relatività generale, Hawking spiega che i black hole, possono emettere energia, sotto forma di una radiazione (la radiazione di Hawking) che a lungo andare può persino portare alla loro scomparsa.
Le due idee del fisico di Cambridge permettono di ipotizzare una nuova storia dell’Universo, dove la fine coincide con un nuovo inizio.
Questa Breve storia del tempo racconta dunque a un pubblico di non addetti ai lavori come è cambiata la cosmologia a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. E lo fa attraverso la voce di uno dei suoi protagonisti principali.
Ma questo non basta a giustificare le traduzioni in 40 lingue e le oltre venti milioni di copie vendute in tutto il mondo. «Senza dubbio» ha scritto Penrose nella sua commemorazione pubblicata dal Guardian, «il titolo brillante ha contribuito al fenomenale successo del libro», riferendosi all’originale Brief History of Time.
«Ma in quelle pagine c’è anche una chiarezza di stile che Hawking deve aver sviluppato per necessità, vista la sua malattia.
All’epoca non aveva ancora il sintetizzatore vocale e parlava con grande difficoltà: frasi brevi che andavano dritte al cuore del problema. Inoltre, è difficile negare che le sue condizioni fisiche non abbiano colpito l’immaginario del pubblico».
E, sempre nella ricostruzione di Penrose, questo capolavoro della divulgazione scientifica sarebbe conseguenza diretta della malattia: «La diffusione del suo sapere tra un pubblico molto ampio era uno degli obiettivi di Stephen, ma a spingerlo verso la scrittura ci furono anche considerazioni economiche.
Aveva bisogno di molto denaro per la famiglia e per l’équipe che gli garantiva assistenza sanitaria».
Il fascino delle origini del cosmo, i suoi segreti svelati da una delle menti più brillanti, un linguaggio essenziale. Una vita difficile ma straordinaria. Un mix di ingredienti che continua a fare di Dal big bang ai buchi neri un grande successo editoriale e che ha trasformato Stephen Hawking in una pop star senza confini spazio-temporali.