domenica 18 marzo 2018

Repubblica 18.3.18
Generazione P.
Le testimonianze
“Noi, ventenni russi abbiamo visto un solo zar”
Oggi votano per la prima volta, ma al potere hanno conosciuto solo lui La maggior parte di loro lo difende. Ecco le storie, le voci, le speranze
di Rosalba Castelletti


MOSCA Quando Vladimir Putin debuttò al Cremlino nel 2000, erano in fasce. Oggi votano per la prima volta per scegliere il presidente. Sono i giovani della cosiddetta “Generazione Putin”: non conoscono altro leader che Vladimir Vladimirovic. Non hanno vissuto il trauma del crollo dell’Urss né le privazioni dei “terribili” Anni ’90. Non guardano la tv, s’informano sui social network. Sono scesi in piazza in migliaia la scorsa primavera, ma la maggior parte sostiene il leader 65enne. Oltre l’85 percento, secondo i sondaggi. Ed è comprensibile perché hanno fatto il loro ingresso nella vita con lui. Se la gioventù scesa in piazza non rappresenta un’intera generazione costituisce comunque una sfida a lungo termine per il governo. Ecco perché i teenager sono diventati il mito della campagna elettorale. Quattro corrispondenti dell’alleanza giornalistica “Lena” hanno viaggiato per tutta la Russia alla ricerca dei volti e delle storie che si nascondono dietro l’etichetta coniata dai sociologi. Li hanno incontrati nella capitale; a Kazan, cuore della cultura tatara; a Makhachkala, capoluogo più musulmano e multietnico e, infine, ai due limiti opposti del Paese: Kaliningrad ed Estremo Oriente Russo. Ecco le loro storie.
Egor Cherniuk, 20 anni, attivista pro-Navalnyj di Kaliningrad
« I miei genitori hanno divorziato nel 2004. Nel 2009 mia madre è morta di alcolismo. Ho sempre vissuto a Kaliningrad. Quando sono stato a Mosca per la prima volta mi ha sorpreso il fatto che non ci fossero confini. Qui la regione finisce e c’è un confine. Vorrei specializzarmi in Scienze informatiche in America e poi tornare in Russia con le competenze necessarie a combattere il regime. Se vuoi essere un leader del futuro devi saper usare la tecnologia. Il 12 giugno sono diventato il più giovane coordinatore locale della campagna di Aleksej Navalnyj. È carismatico, aperto all’Occidente e high-tech. È triste che la Russia, che ha dato i natali a Mendeleev e Pushkin, venga guidata da un ex agente del Kgb».
Aigul Taighipova, 19 anni, studentessa di Makhachkala (Daghestan)
« Mi sto specializzando in disegno sul tessuto e in produzione di tappeti. Un giorno voglio aprire uno studio tutto mio da designer. Non ho ancora deciso chi votare. Non m’importa che ci sia una donna candidata. Penso che il potere è più forte quando c’è un presidente uomo. Se Vladimir Putin fosse candidato ( lo ignorava, ndr), voterei per lui. Ha migliorato il Paese. Di Navalnyj non ho mai sentito parlare. M’informo guardando la tv, ma soprattutto su Instagram. Spero che il futuro porti sviluppo, ma soprattutto pace. Voglio vivere in un Paese senza guerre».
Elisa Mukhametshina. 19 anni, studentessa di Kazan (Tatarstan)
«Voterò, ma mi costerà un lungo viaggio. Studio a Nanjing, quindi dovrò viaggiare fino all’ambasciata russa di Pechino. Non voterò per Putin. Per tutta la mia vita, da che ho ricordi, c’è sempre stato lui al potere. È quasi un monarca. Sarebbe bello vedere un rinnovamento. Sfortunatamente, molti miei amici hanno paura dei cambiamenti perché pensano che porterebbero rivolte e violenze, che causerebbero una guerra civile. Visto che non hanno ammesso la candidatura di Navalnyj, per protesta voterò Ksenija Sobcjak».
Danil Shlik, 20 anni, macchinista di Mosca originario di Jalta (Crimea)
« Voterò per il comunista Pavel Grudinin. È l’unica via per uscire dalla crisi e dal capitalismo oligarchico. Sono cresciuto a Jalta, in Crimea. Ho sostenuto l’unione della nostra penisola alla Russia, ma la mafia russa ha sostituito quella ucraina. I salari medi sono di 15mila rubli al mese (230 euro), ma i prezzi sono diventati uguali a quelli moscoviti. Come può vivere così un ragazzo come me? Come macchinista della metropolitana di Mosca, guadagno 60mila rubli (900 euro), non abbastanza. Dobbiamo lottare per la giustizia e l’uguaglianza! Putin è bravo in politica estera, ma un fallimento in politica interna».
Dmitrij Zavialov. 19 anni, studente di Khabarovsk (Estremo Oriente Russo)
« Studio Economia presso l’università federale dell’Estremo Oriente. Ho una borsa di studio statale di 4.500 rubli al mese (poco più di 64 euro) che uso per pagare la residenza. Mia madre mi passa tra i 10mila e i 12mila rubli al mese. Quando tardano a pagarle lo stipendio, dobbiamo indebitarci. Sono apolitico, non mi piace seguire la massa. Anche se non ho alcuna voglia di andare alle urne, voterò Putin. La sua politica estera è molto buona. In politica interna non sta andando molto bene, ma ci prova » .
Storie raccolte insieme a Pilar Bonet ( El Pais), Pavel Loshkin ( Die Welt) e Benjamin Quenelle