venerdì 16 marzo 2018

Repubblica 16.3.18
Londra e la minaccia della Russia
di Jill Morris


Caro direttore, ho letto con attenzione l’editoriale di Paolo Garimberti, “Gli intoccabili di Londongrad”.
Le valutazioni espresse sulle misure del governo britannico in risposta all’attacco di Salisbury, descritte come “datate” e potenzialmente “controproducenti”, e sulle presunte motivazioni a esse soggiacenti, appaiono quanto meno fuorvianti. In particolare, l’idea che le nostre misure sarebbero in qualche modo finalizzate a evitare di affrontare il “cuore del problema”, e quindi a preservare “quell’impunità che i cittadini russi sembrano continuare a godere a Londra”, trascura evidentemente l’essenza della questione.
Due persone sono state avvelenate sul suolo britannico usando il Novichok, un gas nervino di produzione russa.
Si tratta di un’azione che non ha precedenti in alcun Paese alleato della Nato sin dalla sua costituzione nel 1949. Non si tratta di un regolamento di conti tra spie, ma di un attacco dello Stato russo al Regno Unito attraverso l’uso indiscriminato di un’arma chimica illegale. «Non esiste conclusione alternativa se non che la Russia sia colpevole» ha riferito la premier Theresa May, per cui siamo di fronte alla più grave violazione russa sul territorio britannico dai tempi dell’omicidio di Alexander Litvinenko nel 2006. Un agente di polizia britannico è stato esposto al gas e versa in gravi condizioni, e decine di persone sono state ricoverate in ospedale come conseguenza del disprezzo della Russia per la salute di innocenti cittadini britannici.
Ma non si tratta di una questione semplicemente bilaterale, tra Russia e Regno Unito. L’avvelenamento di Sergey e di Yulia Skripal è parte di uno schema prestabilito, attraverso cui la Russia sta smantellando l’ordinamento internazionale.
L’escalation dell’azione russa rappresenta una minaccia ai nostri Paesi e alla comunità internazionale.
Appare in questo senso priva di fondamento l’affermazione che vi sia stata “poca solidarietà” nei confronti del Regno Unito. Ciò a cui abbiamo assistito, e che continua a crescere, è l’espressione di un forte sostegno da parte dei nostri amici in tutto il continente e oltre.
La dichiarazione congiunta di Francia, Germania, Usa e Regno Unito è solo l’ultimo esempio di questa solidarietà.
Siamo grati ai nostri alleati e partner per la loro vicinanza, che include molte organizzazioni internazionali come la Nato e l’Ue, e il ministro Boris Johnson ha apprezzato il sostegno manifestatogli ieri dal ministro degli Esteri Angelino Alfano.
Ritengo che quanto suggerito sulle presunte motivazioni alla base della risposta del governo britannico all’attacco di Salisbury sia una distrazione potenzialmente pericolosa da quanto dovrebbe invece essere al centro della nostra attenzione e dei nostri sforzi.
La Russia sta deliberatamente cercando di offuscare la gravità di quanto accaduto: l’uso di un agente nervino di tipo militare in Europa.
Jill Morris è ambasciatore del Regno Unito in Italia La scelta di campo si può chiedere ai governi, non ai giornalisti liberi in un mondo libero. I fatti separati dalle opinioni sono una regola aurea del giornalismo anglosassone.
(p. g.)