domenica 11 marzo 2018

Repubblica 11.3.18
L’altra sinistra
Liberi e divisi Fratoianni contro D’Alema e Bersani
di G. C.


Non è per scaricare la colpa del k.o. su D’Alema e Bersani, ma anche sì.
Nicola Fratoianni non voleva essere ingeneroso, però nella direzione di Sinistra italiana, partito fondatore di Liberi e uguali, ha rassegnato le dimissioni da segretario. Che sono state respinte. E nell’analisi della sconfitta cocente, con appena il 3,3% raggiunto nelle urne, ha spiegato: «Immaginare che la responsabilità sia di un singolo è un errore, ma non c’è dubbio che la campagna elettorale è stata segnata dalla sovraesposizione di figure che hanno un linguaggio e una cultura politica che evidentemente non hanno funzionato, hanno contribuito a rendere meno efficace il progetto. Non credo però che la colpa sia tutta di D’Alema o di Bersani ma questo ha influito, come hanno influito i limiti oggettivi di tutti noi, me compreso». I due leader della “ditta” dem hanno insomma molto pesato nella sconfitta: è l’accusa della sinistra vendoliana.
La conclusione, aggiunge Fratoianni, è che ora occorre «discontinuità», bisogna ricominciare daccapo. E così lancia il dialogo tra Leu e i 5Stelle. Ipotesi subito bocciata dai bersaniani.
Ecco quindi che Liberi e uguali sembra destinata all’implosione in tempi più rapidi del previsto.
Enrico Rossi, un altro tra i fondatori di Leu, governatore della Toscana, avverte: «Quella di Fratoianni e di altri esponenti di Sinistra italiana è una lettura semplicistica delle cause della sconfitta elettorale di Leu. Bisogna ringraziare la generosità di personalità come Bersani, D’Alema e altri senza il cui impegno in campagna elettorale non saremmo neppure in partita. Parliamo di personalità rappresentative e conosciute la cui presenza è stata richiesta per iniziative e manifestazioni partecipatissime in tutta Italia e che hanno sostenuto le nostre ragioni nelle principali trasmissioni televisive».
Il nodo politico intanto è il rapporto con i grillini. Sergio Cofferati, che si era presentato in Liguria nell’uninominale come candidatura di servizio, è convinto che sia giusto sostenere i 5Stelle e che Leu vada superata. Stefano Di Traglia, a lungo portavoce di Bersani, è di parere opposto: «Non mi pare ci siano le condizioni programmatiche né politiche con i 5Stelle».
Stefano Fassina è per aprire.
D’Alema, a sorpresa, in un’intervista al Corriere della sera, giudica: «I 5Stelle non sono populisti, verificare se c’è un programma comune».
Pietro Grasso, il caposquadra, ne resta fuori.
g.c.