Repubblica 11.3.18
Bannon in casa Le Pen “ Vi chiamano razzisti? È una medaglia”
di Roberto Brunelli
«Vi
chiamino pure razzisti e xenofobi: è un distintivo d’onore… vi chiamano
così perché non sanno rispondere alle domande fondamentali che state
ponendo». Accolto come una star, Steve Bannon, l’ex stratega-capo di
Donald Trump, ieri era “l’ospite a sorpresa” al congresso del Front
National a Lille. Qui ha tuonato la sua road map per il trionfo di
quello che secondo lui è il movimento mondiale delle nuove destre, vera
posta in palio nel Vecchio Continente come in America. «La storia è
dalla nostra parte e ci porterà da vittoria a vittoria», ha scandito
Bannon tra gli applausi: «Siete parte di un movimento globale che è più
grande della Francia, più grande dell’Italia, più grande dell’Ungheria».
Un
discorso a braccio, durato una mezz’ora buona, in cui l’ex consigliere
dell’attuale inquilino della Casa Bianca è tornato ad attaccare
«l’establishment, le banche e la stampa», quest’ultima ovviamente
«condotta dai governi come un cane al guinzaglio». Bannon si è rivolto
alla leader del Fn, Marine Le Pen - seduta in prima fila – dicendo che
lei e «l’amato presidente Trump» vogliono rimettere al centro «il bene
dei cittadini».
Attualmente impegnato in un tour attraverso
l’Europa, l’ex direttore del portale dell’alt- right Breitbart News
questa settimana ha incontrato anche la “pasionaria” del partito
dell’ultra-destra tedesca, Alice Weidel, ed ha voluto osservare «da
vicino» l’esito del voto italiano. L’annuncio della sua partecipazione
al congresso di Lille era stato accolto su Twitter dal vicepresidente
del Fn Louis Aliot con un post in cui viene citato anche il capo della
Lega Matteo Salvini. «I popoli si svegliano e riprendono in mano il loro
destino», ha scritto Aliot, secondo cui Bannon «incarna il rigetto per
l’establishment, di cui uno dei peggiori simboli è l’Unione europea, e
ha compreso, come Trump e Salvini, la volontà dei popoli di riprendere
in mano il proprio destino». Per oggi è atteso invece il discorso di
Marine Le Pen: proporrà di cambiare il nome del partito.