l’espresso 25.3.18
Noi e Voi
Risponde Stefania Rossini
Com’è giovane l’idea socialista
Cara
Rossini, credo che le ultime elezioni abbiano decretato l’esaurimento
di ogni prospettiva della sinistra italiana. Non solo in modo politico
ma finanche in modo storico. E la questione mi sembra sottovalutata. Non
credo infatti che un cambio delle leadership o gli stessi sussulti
della base a “ritornare alle sezioni” possano rianimare un paziente
clinicamente morto. Con molte fantasie e senza più un’idea.
Cerebralmente morto. Dopo una agonia trentennale in cui la classe
dirigente che doveva tesaurizzare l’esperienza del Pci e riproporla in
una nuova sida ha mostrato tutta la sua inadeguatezza politica al
compito. Che fare allora? Rassegnarsi a non vedere più in Italia un
partito di sinistra che coniughi, in una forma tutta da reinventare, la
teoria socialista e un’azione politica non identitaria e minoritaria?
Non mi pare ci si debba arrendere! E immagino invece che proprio un
giornale della sinistra italiana si debba incaricare di aprire in
maniera strutturale sulle sue pagine un dibattito pubblico non elitario e
con la partecipazione dei lettori. Favorendo innanzitutto quelli più
giovani. Non per una questione di giovanilismo ma perché sono essi a
vivere sulle proprie carni il disagio sociale maggiore. Sono essi a
poter testimoniare e rappresentare le nuove dinamiche sociali. In un
dialogo anche generazionale che non li abbandoni alla facile
interlocuzione con movimenti che ne catturano l’insoddisfazione ma che
non hanno poi la luce di un’idea lungo cui possa scorrere una
prospettiva non illusoria. I giovani avranno presto di nuovo l’esigenza
di un’idea forte. Di un’idea socialista. Che però deve essere
rideclinata in maniera vitale proprio da loro stessi. Da un auspicabile
loro discutere. E con i meno giovani a esercitare un ruolo più
speciicatamente maieutico. È nel dialogo e nella sua nobilitazione sulle
pagine di un giornale, a mio avviso, l’unica via percorribile per non
ingannarci più su facili quanto vacue soluzioni di rigenerazione della
sinistra in questo Paese.
Giuseppe Cappello
Caro
Cappello, la sua idea di affidare ai giornali, in particolare al nostro,
il compito di supplenza al vuoto lasciato dalla politica è lusinghiera,
ma inattuabile. I partiti della sinistra hanno lasciato che sparisse la
partecipazione carnale degli individui nei luoghi di incontro reale,
come le sedi di partito, le piazze, le strade. Negli ultimi anni, le
idee sono state fatte circolare solo in luoghi virtuali, come i troppi
talk show della tv o il caotico ring della Rete, con twitter che è ormai
un’agenzia di comunicati politici. In questa situazione, i giornali di
carta, che non sono più la preghiera del mattino di hegeliana memoria,
cercano di aiutare a capire e a riflettere. Questo giornale lo fa con
temi importanti e opinionisti di spessore, augurandosi che scavino come
“nuove talpe” nel gelo delle passioni.