Il Fatto 26.3.18
Il ring del Vaticano: i Due Papi agli angoli della Teologia
La coabitazione, sebbene su due piani diversi, tra Benedetto e Francesco s’incrina adesso sulla dottrina
di Pietrangelo Buttafuoco
La
pubblicazione di scritti teologici rischia di provocare uno scisma
all’interno della Chiesa Cattolica. Non finisce qui, ahinoi, la storia
dei Due Papi. La coabitazione, sebbene su due piani diversi – uno è in
romitaggio di rinunzia, l’altro è visibile sul Trono – s’incrina adesso
nella dottrina. La vicenda è nota ed è sufficiente un rigo e mezzo per
riassumerla: Benedetto XVI è invitato a redigere una prefazione alla
collana La teologia di Papa Francesco, cortesemente dice no per lettera e
però lo motiva il suo no.
Poco importa che questo secondo
passaggio – il perché no – sia stato messo tra parentesi, non divulgato,
per poi riemergere scandalosamente (con tanto di dimissioni di
monsignor Viganò), ancora più interessante – ai fini della sorpresa
epocale – è il dettaglio. E non per il fumus diabolicus proprio di ogni
dettaglio quanto per l’ambito della disfida: la teologia, ovvero –
letteralmente – lo studio intorno al Divino, la scienza di Dio. Va da sé
che il signor Diavolo – è la terza volta che torna in questa rubrica – è
un raffinatissimo teologo e dice sempre sì per arrivare al no (tra
tutte le creature, ’o Malamente può far vanto di “diretta conoscenza” di
Issa, la teologia, per negare Isso, l’Iddio Onnipotente).
Il
Grande Inquisitore che inchioda per la seconda volta Cristo, quello di
Fedor Dostoevskij, è profondamente abile nella dottrina – e riconosce,
infatti, Gesù – e così tutta la fabbrica del nichilismo che s’adopera
nel capovolgere le fondamenta di Luce della Rivelazione – senza
riuscirci, va da sé – sussurra, nel compimento della coscienza borghese,
il cupo buio di un transito fatto di ciacole vacue, ma correttissime.
Ecco, senza incorrere in anatemi, può ben dirsi che – in tema di sacro –
tanti sono i testi intinti nell’inchiostro della gramigna di Satana.
Dalla cancellazione della Religio di Roma Antica presso i popoli del
Mediterraneo ne derivò un gran danno; una tragedia mai sanata è quella
della damnatio della Sacrissima impronta di Iside, talvolta recuperata
nel Sud del Sud dei Santi grazie ai paesani in processione dietro ai
fercoli delle Sante, trasfigurate in quell’aura egizia, e amate con la
devozione propria dell’amor panico.
Va da sé che tutto,
nell’eterno circolo dell’eguale, torni ma che nell’anno di Grazia 2018,
la disputa teologica, bussi al cospetto dell’opinione pubblica, fa
specie. E non può che far bene se si pensa a quanto sia sempre più cheap
la produzione intellettuale intorno al Credo, ormai ridotto al rango di
calepino etico. La filosofia, ancella della teologia, impegna le
giornate di Benedetto XVI. Era stato chiamato a scrivere. E non ha
scritto, anzi, meglio. Una cosa ha scritto. Ha scritto un no. Per
custodire il sì? No, non finisce qui.