Il Fatto 26.3.18
I giovani sono a 5 Stelle, invece Salvini non sfonda
di Stefano Caselli
Votano
in percentuale decisamente più alta rispetto al totale, puniscono
ancora di più i partiti “tradizionali”, sono più preoccupati ma meno
sfiduciati dopo il voto, persino ottimisti, addirittura meno disgustati e
– quanto alle priorità – a volte clamorosamente in disaccordo con
quelle enunciate dalle forze politiche che hanno scelto.
È questa,
in sintesi, la radiografia del voto “giovane” del 4 marzo che emerge
dall’indagine dell’Osservatorio Giovani e Politica di Viacom e Mtv
condotta su un campione di 1.173 ragazzi dai 18 ai 34 anni.
Percezione della politica nel post elezioni
L’emozione
più forte associata alla politica in questo momento è la preoccupazione
(45%), in aumento di sei punti rispetto al periodo pre-elettorale.
Sembrano però attenuarsi altri temi negativi come preoccupazione (35%,
meno 18 punti percentuali in poche settimane), rabbia (meno 13 punti) e
disgusto (-9). Stabile il pessimismo (sceso dal 29% al 27%), mentre sale
(si fa per dire) l’ottimismo, che passa dal 7% al 12%.
Per chi hanno votato gli under 35
Il
90% del campione dichiara di essere andato alle urne. Quanto alle
preferenze accordate, vince ancora di più il Movimento 5 Stelle, perdono
ancora di più Pd e Forza Italia e la Lega sfonda meno che tra i
“grandi”.
M5S raccoglie il 36% dei consensi (contro il 32,7%
totale) con nessuna differenza di genere o di età. Secondo il Pd, scelto
dal 14% del campione (contro il 18,7%), terza la Lega, il cui dato
“giovanile” (13,5%) è piuttosto al di sotto del 17,4% nazionale. Crolla
Forza Italia, scelta dal 6,91%, meno della metà del 14,01% totale.
Qualcosina in più per LeU (3,79% contro il 3,38%) e in meno per Fratelli
d’Italia (3,6% contro 4,35).
Quale governo vorrebbero i ragazzi
Quanto
alle prospettive di legislatura, un quarto del campione (28%) tra gli
uomini si dice favorevole a un governo M5S-Lega. Staccata di un solo
punto (24%) la quota di chi dichiara di voler tornare al voto senza
prediligere alcuna alleanza. Una coalizione M5S-Pd incontra il favore di
uno sparuto 14,49%, l’11% si augura un governo di larghe intese (molto
meno popolare tra i diciottenni che tra gli ultratrentenni).
Le ragioni di una scelta politica “di rottura”
Per
il 68% del campione il risultato delle elezioni politiche rispecchia
“la voglia di cambiamento del Paese” e per il 59% le forze politiche
tradizionali che hanno perso consensi “proveranno a frenare il
cambiamento” (affermazione diffusa soprattutto tra la fetta più
“anziana” del campione), Il 57% degli intervistati ritiene che si debba
dare al Movimento 5 Stelle la possibilità di mettersi alla prova e
governare.
Quanto alle priorità per un ipotetico nuovo governo, al
primo posto “misure per ridurre la disoccupazione giovanile”, mentre il
28% indica la riduzione dei costi della politica e degli sprechi
amministrativi. terzo posto (25%) alla riduzione delle tasse.
Interessante
anche il dato delle cose meno prioritarie: l’urgenza di misure per
regolare i flussi migratori è considerata emergenza solo dal 17,5% degli
intervistati. Importa meno soltanto la riforma del sistema scolastico e
universitario (13%).
Cosa vogliono gli elettori di Di Maio
Tra
i ragazzi che hanno scelto Movimento 5 Stelle la priorità (messa al
primo posto dal 38% del campione) ci sono il taglio agli sprechi della
politica e la lotta alla corruzione, seguita dagli investimenti
strategici per favore nuova occupazione, per esempio investimenti in
nuove tecnologie ed energie rinnovabili (tema al primo posto per il 24%
degli intervistati).
Tra le cose meno prioritarie, a sorpresa, il
cavallo di battaglia del M5S: del reddito di cittadinanza importa
soltanto al 15% dei ragazzi. Ha meno appeal soltanto il tema del
superamento dei vincoli economici imposti dall’Unione Europea (6,6%).
Cosa chiedono quelli che hanno votato Salvini
In
linea con i “grandi”, la massima priorità indicata dai giovani elettori
della Lega (al primo posto per il 34%) c’è l’irrigidimento delle norme
sui flussi migratori, seguito dalla riduzione dei livelli di tassazione,
per esempio la flat tax, prioritaria per il 28% del campione.
Scarsa
popolarità, anche qui, per il superamento dei vincoli economici imposti
dall’Unione Europea (al primo posto nel 9% dei casi) e – un po’ a
sorpresa – la lotta ai privilegi della classe politica e agli sprechi
(indicata come emergenza soltanto dal 10% degli intervistati.