La Stampa 25.3.18
Domenico De Masi
“I 5S devono provare davvero a dare soldi ai disoccupati”
Il professore vicino al movimento “Va esteso ciò che ha fatto Gentiloni”
di Andrea Carugati
«Il
M5S, con tutti i voti che ha preso, deve realizzare il cosiddetto
“reddito di cittadinanza”. O almeno provarci. Uso le virgolette perché
quello che hanno proposto non è vero reddito di cittadinanza sul modello
della Finlandia, esteso a tutti i disoccupati. Ma un reddito di
inclusione, che viene erogato solo a chi rispetta alcune condizioni e si
impegna a seguire corsi di formazione. In fondo è quello che ha già
fatto il governo Gentiloni, stanziando però solo 1,7 miliardi e
raggiungendo una piccola platea». Domenico De Masi, sociologo, vicino al
M5S anche se non ha mai aderito, ragiona sui prossimi passi del
Movimento.
Con la Lega di Salvini vede punti comuni nei programmi economici?
«Per
ora vedo solo la riforma della legge Fornero sull’età pensionabile. Su
questo punto mi pare che un accordo sia a portata di mano. Assai più
complesso il discorso se parliamo di flat tax e reddito di
cittadinanza…».
Di Maio nelle ultime interviste non lo cita quasi più…
«Non credo che possa aggirare questo tema. Al Sud ha scatenato grandissime attese».
In un governo con la Lega sarebbe difficile approvare questa forma di reddito?
«Premesso
che neppure il M5s ha proposto il vero reddito di cittadinanza, e che
la questione è tutta sulla platea dei beneficiari, io non escludo che un
accordo tra i partiti si possa trovare. Partiamo dalla situazione
attuale, con 1,7 miliardi stanziati. L’obiettivo dei 5 stelle è di
arrivare a una cifra tra i 17 e i 20 miliardi. In mezzo a queste due
cifre mi pare possibile un’intesa».
Se si arriva alla flat tax dove si trovano i soldi?
«Salvini
sostiene che nelle casse dello Stato entrerebbero più denari con
un’aliquota unica e più bassa. Io non ne sono affatto convinto, e
certamente non accadrà nei primi tempi. Anzi, si rischia di avere molti
meno soldi per il welfare».
Dunque niente reddito?
«Se si
capisce che questa è un’urgenza i soldi si trovano, come avviene per i
terremoti. Bismarck creò il welfare per evitare una rivoluzione
proletaria. Nell’Italia di oggi non vedo rivoluzioni ma ricordo che ci
sono 6 milioni di poveri e altri 10 milioni di persone a ridosso della
soglia di povertà. Se non è un’emergenza…».
Prevede un matrimonio tra Di Maio e Salvini?
«Diciamo
che non lo auspico, perché osservo che hanno basi sociali diverse che
hanno dato mandati diversi. Il Sud povero ha chiesto ai grillini di
avere diritti. Il Nord invece ha chiesto a Salvini di difendere quello
che ha già. Non è una differenza da poco».