La Stampa 7.3.18
L’allarme del Washington Post
«Roma è più vicina a Mosca»
di Francesco Semprini
«Le
elezioni italiane sono un colpo al centro nevralgico della democrazia
dell’Europa». La prima critica all’esito del voto in Italia, da parte
delle cannoniere mediatiche americane, arriva dal «Washington Post». Il
comitato editoriale del quotidiano della capitale Usa paventa il rischio
di ricadute nel Vecchio Continente causato dal successo dei due partiti
anti-establishment. La Lega di Matteo Salvini, leader «dalla retorica
xenofoba che ha promesso deportazioni di massa di migranti». E il
Movimento 5 Stelle, guidato da Luigi Di Maio, «31enne dalla scarse
esperienze». Certo, spiega il «Post», «il suo partito ha ammorbidito le
istanze anti-europeiste, e non è così ostile come la Lega ai migranti».
Il punto però è che con l’estrema destra condivide l’affetto per
Vladimir Putin, «colui che appare in maniera inequivocabile il vero
vincitore delle elezioni». Il «Washington Post», tra i più strenui
sostenitori del ruolo del Cremlino nel successo di Trump, è convinto che
quanto accaduto alle urne domenica porti l’Italia vicino a certe realtà
europee ostili a Bruxelles.
La buona notizia però è che Angela
Merkel ha trovato la quadratura del cerchio con una coalizione che le
consentirà di guidare il governo per la quarta volta. A lei, e al
collega francese, il rampante Emmanuel Macron, spetta il compito di
guidare quel progresso destinato a rimettere in sesto Paesi in
difficoltà, proprio come l’Italia - chiosa il «Post» - rassicurando al
contempo nella loro veste di guardiani dei «principi della democrazia
liberale. Come i sopravvissuti dell’Occidente fecero nel 1945».