mercoledì 28 marzo 2018

La Stampa 28.3.18
Berlino, bimba picchiata a scuola perché ebrea
La piccola colpita dai coetanei figli di immigrati musulmani
di Walter Rauhe


«Sei ebrea»?, le chiede un compagno di classe della seconda elementare. La bambina, 7 anni, risponde di sì, spiega che suo papà è di fede ebraica anche se non è praticante. A questo punto la piccola viene spintonata, insultata, minacciata. Non solo dal compagno di classe che le ha posto la domanda, ma anche dai suoi amici, tutti di età compresa tra i 7 e gli 8 anni e tutti provenienti da famiglie di fede musulmana.
L’episodio, accaduto alcuni giorni fa nella scuola elementare «Paul-Simmel» di Berlino, sta scuotendo l’opinione pubblica tedesca e ha innescato un vivace dibattito sul cosiddetto «mobbing religioso». Un fenomeno sempre più diffuso in Germania anche tra le fasce sociali più giovani. «I bambini sono sempre più spesso soggetti al fanatismo religioso dei loro genitori, fratelli maggiori o parenti più stretti», ha dichiarato al quotidiano «Berliner Zeitung» l’insegnante di una scuola elementare nel quartiere berlinese di Neukölln, nel quale fino al 70% degli alunni è figlio di immigrati. «Non sanno ancora leggere e scrivere, ma già dividono il loro piccolo mondo in due categorie: credenti e miscredenti, musulmani e non-musulmani», denuncia l’insegnante che ha preferito restare anonima per non rischiare rappresaglie.
Le statistiche del ministero degli Interni registrano da anni un aumento dei reati di stampo antisemita: 1200 nel 2015, 1400 nel 2016 ed oltre 1500 lo scorso anno. Si tratta però solo dei casi denunciati alle autorità. Non compresi nelle statistiche sono gli episodi di antisemitismo compiuti dai minori. «Quello che è successo nella scuola berlinese non è purtroppo un caso isolato», sostiene la portavoce giovanile della comunità ebraica tedesca Marina Chernivsky. «Offese, minacce e anche attacchi fisici sono all’ordine del giorno sia nelle scuole elementari, sia negli asili». Vittime di questo nuovo fenomeno non solo gli alunni e gli studenti non-musulmani, ma anche insegnati, assistenti sociali, educatori - specie se donne. «L’Islam trasformato in un’ideologia e il fondamentalismo religioso hanno una forte attrazione sui giovani immigrati», sostiene la direttrice dell’American Jewish Committee di Berlino Deidre Berger. «Radicalizzandosi, i giovani musulmani trovano un’identità, si distinguono e compensano l’esperienza d’isolamento che a loro volta provano in qualità di diversi, di stranieri, di emarginati».
Come può reagire però la società civile a questo fenomeno? Thomas Albrecht, il direttore della scuola elementare berlinese nella quale è stata attaccata la bambina ebrea, vorrebbe arruolare servizi di sorveglianza privati per garantire la sicurezza nelle scuole e negli asili. Il governatore Michael Müller chiede tavole rotonde per coinvolgere insegnanti, genitori e rappresentanti delle comunità religiose.