giovedì 22 marzo 2018

La Stampa 22.3.18
Così la riforma di Bergoglio fa litigare i media vaticani
Braccio di ferro tra gli organismi curiali
di An.Tor.


All’origine della clamorosa rinuncia del prefetto della comunicazione vaticana c’è certamente la gestione comunicativa della lettera di Ratzinger. Ma è indubbio che all’uscita di scena di monsignor Viganò e all’epilogo di ieri abbiano contribuito tensioni con altri organismi curiali, in particolare con la Segreteria di Stato.
La riforma dei media ha accentrato nelle mani del prefetto un notevole potere, e la sua gestione ha causato più di un braccio di ferro. L’ultimo episodio risale a sabato scorso.
Il giorno precedente, la mattina di venerdì 16 marzo, Francesco aveva ricevuto in udienza seminaristi e sacerdoti dei collegi romani. Il Papa aveva dato indicazioni di non volere che l’incontro avvenisse con la diretta audio-video. L’Osservatore Romano, che ha un suo giornalista presente, pubblica sull’edizione in edicola quello stesso pomeriggio una cronaca stringata, riassumendo i contenuti ma senza alcun virgolettato del Papa.
Sabato mattina, mentre il Papa è a San Giovanni Rotondo, la Segreteria di Stato fa chiedere a Francesco se desidera che la trascrizione integrale del dialogo con i seminaristi venga distribuita ai giornalisti e dunque resa pubblica. Bergoglio avrebbe risposto di no, aggiungendo che la linea da seguire sarebbe stata quella della cronaca riassuntiva dell’Osservatore, senza virgolettati.
Così la Segreteria di Stato, verso le 10,30, invia un messaggio a una decina di indirizzi e-mail dei media vaticani e della Sala stampa, per informare che la trascrizione del testo papale non si sarebbe pubblicata e che ci si doveva attenere alla cronaca dell’Osservatore.
Nel giro di pochi minuti, arriva a tutti gli indirizzi e-mail una dura replica di Viganò, all’oscuro del fatto che l’indicazione attraverso la Segreteria di Stato arrivava direttamente dal Papa: il prefetto denuncia «confusione», rivendicando l’autonomia della Sala stampa, e più in generale della Segreteria per la comunicazione, rispetto all’Osservatore Romano. Nella sua risposta aggiunge che gli altri media vaticani avrebbero riportato la cronaca del dialogo del Papa con i seminaristi come ritenevano più opportuno.
Quando questo scambio di e-mail avviene, la polemica con le indiscrezioni sull’ultimo paragrafo omesso della lettera di Ratzinger deve ancora scoppiare. La notizia sulle righe non divulgate del Papa emerito provoca l’ennesimo terremoto, e dopo un veloce giro di consultazioni tra Viganò, la Segreteria di Stato e l’entourage di Benedetto XVI si decide di pubblicare finalmente il testo integrale. [An.Tor.]