Corriere 22.3.18
Il vescovo è tra le persone più vicine a Francesco
Marcello Semeraro: «No a letture strumentali»
di G. G. V.
CITTÀ
DEL VATICANO «Sono molto amareggiato da questa faccenda. Si ha
l’impressione che non ci sia stata una lettura serena e molti abbiano
voluto togliersi dei sassolini dalle scarpe...». Il vescovo Marcello
Semeraro è tra le persone più vicine a Francesco, il Papa lo ha scelto
come segretario del Consiglio dei 9 cardinali che lo aiuta nel governo e
la riforma della Curia.
C’è chi ha letto la seconda e la terza parte della lettera di Ratzinger come una sorta di confutazione della prima. Che ne dice?
«Ma no, la logica non lo permette. Chi conosce lo stile e la limpidezza di Benedetto XVI non può pensare a una cosa del genere».
E allora?
«Nel
testo ci sono tre momenti distinti. Nella prima parte parla della sua
stima nei confronti di Francesco, ne elogia la teologia, deplora lo
“stolto pregiudizio” contro entrambi e dice la continuità interiore dei
due pontificati. Poi spiega di non poter fare la prefazione alla collana
dei teologi perché non ha letto quei contributi. Infine fa una sua
valutazione su uno studioso…».
Molto dura…
«Io non entro nel
meri-to della vicenda, non so se la lettera fosse riservata o meno.
Resta il fatto che la prima parte conserva la sua validità. Non ci vedo
una strumentalizzazione. A essere strumentalizzate, semmai, sono state
le altre due».