La Stampa 20.3.18
Valeria Parrella
“Il Sud si sente scaricato, ha scelto il M5S
come la forza più antigovernativa che c’è”
La scrittrice: “I giovani hanno pensato solo: diamo una chance a chi non l’ha mai avuta”
intervista di Massimo Vincenzi
Valeria
Parrella è nata a Torre del Greco, inzuppata di Sud, scrive romanzi
pieni di umanità e combatte battaglie ad alta densità politica. I
problemi del territorio, i diritti delle donne, i giovani, l’ambiente,
la scuola sono gli orizzonti dentro i quali muove il suo periscopio a
caccia di un futuro migliore, senza arrendersi al fatalismo. Cammina sul
filo di posizioni estreme, sino alla candidatura, nel 2014, nelle file
dell’Altra Europa con Tsipras e al recente endorsement per Potere al
popolo. Ha una sguardo lucido e spiazzante: la sua lettura del 4 marzo è
originale e piena di spigoli.
Partiamo dalla cornice. Cosa è accaduto alle ultime elezioni?
«Prima
un paio di premesse. Con questa legge elettorale ogni risultato sarebbe
stato un disastro. Comunque andava, sarebbe andata male. Io sostengo il
proporzionale, perché voglio che vada in Parlamento anche una sola
persona che lotta per le cose in cui credo io».
La seconda?
«Qualche
giorno prima delle elezioni mio figlio Andrea - che ha undici anni - è
tornato a casa con un libro di educazione civica, ora educazione alla
cittadinanza. Io provo a descrivergli come funzionano le elezioni. Ma mi
trovo subito in imbarazzo a spiegare quello che i leader politici non
hanno capito, ovvero che gli elettori scelgono i parlamentari, non il
governo. Basta guardare il dibattito di questi giorni tra Salvini e Di
Maio: tocca a me, no tocca a me. Non è che ci vuole un ripasso della
nostra Costituzione?».
Date le premesse è innegabile che al Sud ci
sia stata una rivoluzione, dalla Dc a Forza Italia sino alla vittoria
dei 5 Stelle che si sono presi quasi tutto. Che ne pensa?
«Intanto
c’è Sud e Sud. Per dire, la Basilicata e la Puglia hanno avuto e hanno
storie politiche diverse dalla Campania e dalla Sicilia. E bisogna
sempre tenere uniti i risultati di Europee, Amministrative e Politiche
per non perdere il quadro di insieme evitando generalizzazioni
sbagliate».
Ok, prendiamo la Campania. Qui i grillini dominano. Perché?
«Il
risultato è ancora più significativo, perché il passaggio non è dal Blu
al Giallo, ma dal Rosso al Giallo. Il Pd ha abbandonato le idee di
sinistra e ha sbagliato gli uomini, penso per esempio a De Luca
governatore, ma non è la sola ragione».
Qual è quella reale?
«Il
Sud si sente scaricato, sempre ignorato. Infatti abbiamo imparato a
fare da soli. Qui ci sono realtà bellissime di volontariato, di
autogestione che nel corso degli anni si sono abituate a fare a meno del
governo centrale, che tanto non muoveva un dito. Poi al Sud si sente la
povertà in maniera crudele, pazzesca, più che in altri luoghi. Molte
persone giovani che conosco, che pure avrebbero potuto votare LeU o
Potere al popolo, si sono buttate sui 5 Stelle proprio per questo
motivo: abituati a far da soli, hanno dato il loro voto alla forza più
antigovernativa che c’è. Il ragionamento è semplice: non avete
bonificato Bagnoli, diamo una chance a chi non l’ha mai avuta. Ora non
possiamo dirci che sono tutti imbecilli: dobbiamo cercare il punto in
cui il disprezzo per l’istituzione è diventato disprezzo per se stessi,
cioè: quello che interessa a me davvero è il vulnus culturale».
Pensa che il Movimento 5 Stelle risolverà i problemi?
«Ma
figuriamoci. Il loro programma sembra una chat, cambia di giorno in
giorno, dice una cosa e poi il contrario. Ma intanto hanno incassato un
terzo del voto degli italiani. Quando penso ai grillini mi viene in
mente una canzone di De Gregori».
Quale?
«La Storia siamo
noi: …poi ti dicono che tutti sono uguali, che tutti rubano alla stessa
maniera, ma è solo un modo per convincerti a restare dentro casa quando
viene la sera... Ecco questo li ha portati ad un risultato così
potente».
Cosa pensa degli altri, la Lega per esempio?
«Sono
l’esatto contrario di quello in cui credo io, quindi cosa vuole che ne
pensi? Però la differenza con i 5 Stelle è che hanno tre o quattro idee
chiare. Idee xenofobe, nazionaliste, ma capisco che al Nord abbiano
fatto breccia, con le loro parole d’ordine, in cima a tutte la paura dei
migranti».
L’immigrazione è stato un tema forte della campagna elettorale.
«Direi
di più: l’unico, una vera manipolazione delle coscienze. Guardi, Hannah
Arendt ne “Le origini del totalitarismo” lo spiega bene: per convincere
le persone a fare qualcosa di sgradevole, devi creare loro un nemico
comune. Ora noi non siamo alle origini del totalitarismo, ma la ricaduta
emotiva sul nostro modo di stare al mondo è un buco nero dell’umanità.
Ci vogliono i corridoi per salvare i profughi, noi lo sappiamo: stanno
là. Stipati a morire dagli accordi con la Libia. Sa a quanto? 244 miglia
nautiche da Napoli: più vicino di Milano».
Però la Sinistra, anche quella esterna al Pd, ha le sue colpe. Non crede?
«Purtroppo
siamo pochi sparuti e soli: aiutiamo i lavoratori, apriamo gli spazi
abbandonati per gli homeless, organizziamo il doposcuola volontario per i
ragazzini. Tutto quello che si fa attorno a sé è un gesto politico».
Ha un messaggio di speranza per suo figlio Andrea o è rassegnata al peggio?
«Sono
rassegnata al meglio! L’Italia è un Paese con grandi risorse, ci sono
comunità di persone che si impegnano e fanno cose bellissime. La chiave è
la cultura, a partire dalla scuola. Nausicaa dice alle compagne che
scappano: perché vi spaventate di un uomo nudo che viene dal mare?
L’uomo nudo era Odisseo. Se prendi otto all’interrogazione su una storia
così la Lega si sgonfia come un palloncino bucato».