La Stampa 13.3.18
Vince in centro, perde in periferia
Così è diventato il «partito delle Ztl»
di Davide Lessi
Qualcuno
ieri l’ha ribattezzato PdZ, ovvero «il Partito delle Ztl». E a guardare
la piattaforma interattiva, in collaborazione con la Fondazione Isi,
pubblicata ieri sul sito de La Stampa, pare proprio così. A Torino
centro il Pd raccoglie il 28,5% (sopra al M5S di più di dieci punti).
Stessa storia, certifica YouTrend, nel collegio centrale di Milano dove
con il 28,9% il Pd più che doppia i pentastellati. E anche nel cuore
della Roma grillina i dem sono primo partito. «Il Pd sembra sempre più
un partito borghese votato dai benestanti», scrive l’analista Andrea
Maccagno mettendo in relazione due mappe. Da un lato quella del voto al
centrosinistra nelle Capitale, dall’altra quella del reddito: sale
l’imponibile, crescono i consensi ai democratici. Oltre a
centro-periferia, l’altra rottura è tra città e campagna: nei piccoli
Comuni fino ai 25 mila abitanti è il centrodestra a primeggiare, tra i
25 mila e 100 mila va meglio il M5S. Dai 100 mila in su, però, il voto
al centrosinistra aumenta, oltre il 22,9% della media nazionale. «Così -
conclude Maccagno - il Partito democratico italiano ricorda sempre più
quello statunitense: forte nelle zone con un alto tasso di istruzione e
di imponibile medio, debole nelle zone rurali e più povere del Paese».