La Stampa 10.3.18
Latouche: “Sono solo facili illusioni”
Il teorico della decrescita: “Proposta incompatibile col nostro tipo di società”
di Emanuela Minucci
«Ancora
con questa storia della decrescita felice? In Italia vi innamorate
delle definizioni orecchiabili, io ho sempre detto serena, sostenibile»,
premette Serge Latouche, filosofo ed economista francese, teorico della
società della decrescita, tra gli stand della fiera “Tempo di libri” di
Milano dove è arrivato per parlare dell’ultima collana di saggi editi
da Jaca Book. Poi, passando dai grandi precursori del suo pensiero, da
Tolstoj a Roegen, arriva al dibattito post elettorale italiano.
Professore,
che cosa pensa di quel reddito di cittadinanza che è fra le principali
ragioni del successo elettorale del Movimento 5 Stelle?
«La trovo
semplicemente provocatoria. Non c’è nulla di male in questo: è stata una
proposta politica che ha ottenuto successo, ma sarebbe sbagliato non
chiarire che parte da presupposti provocatori».
Quali?
«Il
reddito di cittadinanza è semplicemente incompatibile con questa
società, che predica la crescita, l’imprenditorialità, il lavoro che fa
business, il sistema del più lavori più produci più guadagni più
realizzi. Se invece ipotizzi un reddito di cittadinanza nella
decrescita, questo diventa ancora più surreale, perché non ce ne sarebbe
bisogno».
Detto ciò in Italia, questa promessa ha - ed è fuori di
dubbio - procurato un consenso mai visto al movimento ideato da Beppe
Grillo. Secondo lei che cosa significa, al di là del fatto che povertà e
disoccupazione sono una realtà con cui bisogna fare i conti?
«L’ipotesi
del reddito garantito, del reddito facile è un sogno che crea facili
illusioni. Prima di tutto perché si tratterà di un argent de poche,
perché con l’attuale situazione economica non si potrà certo garantire
un lauto stipendio a milioni di persone. Insomma, è stata una proposta
seducente, ma dal potere effimero e non risolutivo in termini
occupazionali e di benessere di lunga durata”.
Ma questi, professore, non sarebbero temi di cui si sarebbe dovuta occupare la sinistra?
«Quale sinistra? Lei vede una sinistra vera in Italia? Il Partito democratico, per esempio, si è sciolto come neve al sole».
Sì,
ma è nato un nuovo partito, “Liberi e Uguali” che a suo modo aveva
proposto come i 5 stelle un reddito di dignità. Come mai la sinistra
scissionista non è stata premiata dalle urne, pur usando argomenti
simili a quelli usati dai grillini?
«Come le ho detto, so che può sembrare un concetto forte, ma in Italia la sinistra non esiste più».
Vie di uscita?
«Lo
dico da molti anni, affrancarsi dal dominio dell’economia attraverso
una rifondazione culturale profonda, fondata sulla limitazione dei
bisogni. Questa, anche se può sembrare un processo faticoso, è la
premessa della vera svolta».