mercoledì 7 marzo 2018

internazionale 4.3.18
Un presidente senza limiti
La Cina permetterà che il capo dello stato resti in carica per più di due mandati, aprendo così la strada per un governo a oltranza di Xi Jinping. Un ritorno ai tempi più bui della storia del paese
di Richard McGregor, The Interpreter, Australia


Xi Jinping si è assicurato la presidenza a vita? Sembrerebbe proprio così a giudicare dall’annuncio del 25 febbraio, secondo cui la Cina modificherà la costituzione per eliminare la norma che impedisce di ricoprire la carica di presidente per più di due mandati. In base alla costituzione, Xi dovrebbe ritirarsi all’inizio del 2023, al termine del suo secondo mandato. Per l’altra carica fondamentale che ricopre, quella di segretario del Partito comunista, l’istituzione che incarna il vero potere in Cina, non ci sono limiti di mandato. Quindi con la modifica alla costituzione le due cariche, che fino agli anni novanta erano ricoperte da persone diverse, avrebbero le stesse regole. L’annuncio ha un significato enorme. L’attuale mandato di segretario del partito per Xi terminerà alla fine del 2022 e non ci sono ostacoli formali a un suo prolungamento. Ci sono piuttosto prassi istituzionali che hanno via via allineato la carica di capo del partito a quella di presidente, di fatto limitando la prima a due mandati. Per esempio Hu Jintao, il predecessore di Xi, ha ricoperto entrambe le cariche per due mandati. Con l’annuncio del 25 febbraio (la misura sarà confermata durante le due sessioni degli organi legislativi cinesi in programma dal 5 marzo) quella prassi sarà cancellata. Si sta tornando al sistema in vigore all’inizio degli anni novanta, quando a determinare le posizioni di vertice erano accordi informali e opachi che spesso coinvolgevano i dirigenti più anziani del partito. Con Xi, però, la politica cinese potrebbe tornare ancora più indietro, all’epoca di Mao e al principio dell’uomo forte. Xi naturalmente non è Mao, e la Cina di Mao non è la Cina di oggi, ma proprio per questo l’eliminazione di qualsiasi ostacolo alla sua permanenza al potere è ancora più degna di nota. Comunque lo si voglia leggere, questo accentramento di potere richiama epoche molto buie della storia cinese. Secondo i primi commenti della propaganda di Pechino, il cambiamento è necessario per favorire la stabilità. Secondo uno studioso citato dal Global Times, il tabloid controllato dal partito, Pechino ha bisogno di una leadership forte e stabile nel “periodo cruciale” che andrà dal 2020 al 2035, quando la Cina diventerà uno stato moderno e ricco. La decisione di Xi di eliminare gli ostacoli formali alla sua permanenza al potere, però, potrebbe creare tutt’altro che stabilità. Una delle grandi forze del Partito comunista cinese negli ultimi decenni è stata la sua capacità di costruire un sistema di successione ordinato, pilotato dal vertice, cosa che spesso i regimi autoritari di tutto il mondo non sono riusciti a fare, pagandone le conseguenze. Jiang Zemin passò il comando a Hu Jintao al momento previsto; Hu a sua volta l’ha fatto con Xi.
Nessun successore
Alla fine di ottobre del 2017, in occasione del congresso del partito, Xi aveva indicato la direzione che voleva dare al governo del paese senza però nominare un successore che prendesse il suo posto nel 2023, e l’annuncio del 25 febbraio conferma la sua decisione. Una mossa che da un lato rafforza momentaneamente l’enorme potere di Xi sul partito e sul governo, e dall’altro avverte la schiera dei suoi avversari più influenti, colpiti dalla campagna anticorruzione, che lui non ha nessuna intenzione di andarsene. Conferma inoltre la linea più generale del mandato di Xi, che sta eliminando ciò che distingue il partito dallo stato. Un segnale dell’onnipotenza di Xi? La risposta è incerta. La capacità di Xi di far avanzare velocemente la modifica della costituzione dimostra indubbiamente il controllo che esercita su tutti i centri del potere. Tuttavia, il fatto stesso che abbia sentito il bisogno di accelerare il cambiamento potrebbe essere interpretato come un segnale dell’urgenza di ottenere un potere ancora maggiore di quello di cui già dispone per tenere lontani gli avversari. Una cosa è sicura. Molti studiosi e funzionari cinesi che hanno fatto tanto per portare avanti riforme politiche e giuridiche saranno furiosi nel vedere Xi Jinping mandare all’aria tutti i loro sforzi.