Il Sole Domenica 18.2.18
verso i 200 anni del «Capitale»
Marx senza barba né marxismo
di Viktor Gaiduk
L’autore è membro dell’Accademia Russa delle Scienze
La
storia dimostra che i barbuti hanno sempre avuto un ruolo significativo
nella società, soprattutto dopo la caduta di Napoleone. Karl Marx,
l’autore dell’opera più nota e discussa dell’economia politica, Il
Capitale, il prossimo 5 maggio compirà i 200 anni. Prima di tanti
articoli ufficiali e valutazioni accademiche, diremo semplicemente che
egli segnò l’inizio del movimento socio-politico noto come “marxismo” e
fu costantemente riprodotto con la sua barba. Ora riprendendo
un’immagine conservata negli archivi di Mosca, lo possiamo vedere non
come un vecchio professore ma come giovane studente. E in tal modo torna
alla ribalta tra i giovanotti di oggi, moscoviti e pietroburghesi.
Tranquillo
e con un’espressione da buono, Marx si addormentò per sempre su una
poltrona nel suo appartamento di Londra (1883). Sia questa poltrona
mortuaria, sia la copia dell’identikit di polizia prussiana del 1836,
raffigurante Marx studente e ribelle, oggi si trovano nell’Archivio di
Mosca della Storia Sociale e Politica (RGASPI), in un bunker sotterraneo
fatto costruire da Stalin dalle acciaierie tedesche Krupp. È il caso di
ricordare che il nome di battaglia di Stalin viene dalla parola russa
che significa acciaio, “Stal”.
Questo è un archivio unico, con dei
fondi che contengono un gran numero di documenti e oggetti museali,
testimoni della storia europea (secoli XVII-XX). Oggetto di notevole
interesse per le ricerche, tale luogo conserva tra l’altro innumerevoli
carte essenziali per vicende legate a rivoluzioni e a innovazioni. Tra
faldoni e manoscritti qui conservati, oltre al Manifesto del partito
comunista (1848), si può scoprire Il Manifesto dei barbuti della stessa
data. Una celebre battuta di Marx aiuta a chiarire quanto scrivo: «La
rivolta degli uomini moderni con la barba sta minando le basi su cui la
borghesia focalizza la sua attenzione. Con ciò la borghesia scava la
tomba a se stessa. La sua caduta e la vittoria della barba sono
ugualmente inevitabili».
Herbert Wells (1866 -1946), sostenitore
del socialismo democratico, visitando Mosca per parlare con Lenin e
Stalin, giunse a questa conclusione: «Il Capitale di Marx è un volume
folto e denso come la barba dell’autore. Un bel giorno mi armerò di
forbici e gliela taglierò».
Ma Marx, ovviamente, anche nelle foto
che si vedevano tradizionalmente negli uffici moscoviti del tempo che
fu, è rimasto con la sua barba. Anche se, date le chiacchiere che
circolarono sul suo conto sia quando era vivo sia quando fu morto,
sappiamo (grazie agli archivi di Mosca e a una foto tanto citata e mai
trovata) che il fondatore del marxismo fu sepolto senza la sua celebre
barba. Insomma, era ben rasato. Il segreto fu custodito fino all’ultimo
respiro del sistema sovietico. Forse quella foto fu distrutta, forse è
ancora nascosta da qualche parte. Che cosa accadde?
Poco prima
della sua morte, Karl Marx decise di iniziare una “nuova vita”. Di che
cosa si trattasse esattamente non è chiaro, ma a sostegno della sua
scelta e delle sue intenzioni, si privò della barba e abbandonò
l’aspetto del profeta-pensatore. A meno di un anno dalla morte, il 28
aprile 1882, in viaggio in Algeria, Marx scrisse a Engels di essersi
recato da un barbiere locale e di essersi fatto rasare. Fu questo Marx
senza l’onor del mento che, il 17 marzo 1883, venne sepolto in un
cimitero a Londra nella stessa tomba dove riposava sua moglie, scomparsa
poco più di un anno prima.
Si diceva a Mosca, e si ripete ancor
oggi, che la CIA - come tutti i servizi segreti riuscì a volte a essere
seria fino al limite del ridicolo - pianificò con l’aiuto di uno shampoo
speciale la possibilità far cadere la celebre barba di Fidel Castro,
privandolo così anche dell’autorità rivoluzionaria. In effetti, potete
immaginare Karl Marx, Fidel Castro, Giuseppe Mazzini o Lev Tolstoj senza
barba?
Tra i documenti dell’Archivio Marx e Engels di Mosca è
conservato un dagherrotipo: vediamo il vecchio Karl con una barba
completamente bianca. È l’ultima sua effige. Marx senza barba è
paragonabile a Marx senza marxismo. Del resto, quando in Russia proprio
il marxismo ha cessato di essere la dottrina ufficiale, si è conosciuta
anche l’immagine di Marx imberbe ribelle, con quattro peli non ancora
rivoluzionari. Qualcuno ipotizza che quando si fece depilare dal
barbiere di Algeri, smise a sua volta di essere marxista. Forse perché
si era stancato, prima di molti altri, dei suoi seguaci e adoratori.