Il Sole domenica 11.3.18
La ricerca
Princìpi di costituzionalismo universale
di Sabino Cassese
Il
mondo, per secoli funestato da guerre, diviso da valori diversi,
separato da frontiere, va verso l’unificazione? Pur nelle tante
diversità esistenti tra nazioni e comunità nazionali, si può riconoscere
uno strato comune di valori, principi e regole? Hanno prodotto qualche
effetto il desiderio di pace tra le genti, l’apertura al commercio, la
tendenza a rispettare un corpo sia pur minimo di “regole del gioco”?
A
queste domande cercano di rispondere questi due volumi collettanei, che
affrontano il tema in modi diversi, il primo studiando la convergenza
di principi costituzionali nazionali, il secondo esaminando
l’affermazione di principi costituzionali superiori a quelli statali.
Il
volume sui valori costituzionali, frutto di una ricerca collettiva di
durata quindicennale, muove dal riconoscimento che non c’è bisogno di un
governo mondiale per avere un insieme di diritti riconosciuti
universalmente: basta una relativa apertura degli ordini nazionali e un
loro convergere verso principi comuni. Un primo elemento è importante:
di 197 Costituzioni nazionali esistenti nel mondo nel 1991, solo 20
risalgono ad anni precedenti al 1950. Quindi, c’è stato un rinnovamento
recente del patrimonio costituzionale mondiale. Inoltre, a mano a mano
che questo patrimonio si è rinnovato, l’elenco dei diritti garantiti ai
cittadini si è arricchito. Per accertare se si è venuto stabilendo un
“corpus” di valori globalmente affermatisi per convergenza di
prescrizioni nazionali, i 21 coautori autori hanno scelto 15 Paesi molto
diversi tra di loro, appartenenti a continenti diversi, Europa,
America, Asia, Africa, e si sono chiesti se vi sono disposizioni
costituzionali comuni, applicate coerentemente dalla giurisprudenza, tra
le quali sono stabilite comuni scale di priorità. La conclusione è che
c’è un notevole numero di principi e diritti consacrati nazionalmente
(circa 60), un accrescimento del loro riconoscimento, un notevole numero
di prestiti testuali, notevoli sovrapposizioni. Ma alla somiglianza dei
testi non fa riscontro la stessa applicazione giurisprudenziale e le
realtà non corrispondono alle dichiarazioni costituzionali: se queste
ultime convergono, le prime divergono, perché di principi comuni si
fanno applicazioni diverse. La vita concreta dei diritti è influenzata
da fattori storici, culturali, religiosi, procedurali.
Se, a
livello nazionale, alla convergenza dei testi non corrisponde la
convergenza dei contesti, e, quindi, le dichiarazioni costituzionali
sono sempre più comuni, mentre le “living constitutions” continuano a
divergere, possiamo sperare nell’affermazione di una Costituzione
globale, superiore, universale, che possa imporsi dall’alto su quelle
nazionali? C’è, in altre parole, un movimento verso un costituzionalismo
cosmopolitico?
Gli autori del volume sul costituzionalismo
globale si sono posti tre domande: il mondo globale sta diventando più
costituzionale? Che cosa spiega la progressione del costituzionalismo
globale? E questo sviluppo è desiderabile? A queste domande i coautori
rispondono da diversi punti di vista, storico, politico, giuridico e
sociologico, considerando idee, istituzioni, pratiche. Della storia, gli
autori considerano gli sviluppi nel mondo antico, nel medioevo,
nell’epoca degli imperi, nell’epoca moderna. Delle componenti
ideologiche delle politiche di globalizzazione gli autori esaminano
cosmopolitismo, liberalismo, “costruttivismo”, realismo e teorie
critiche, interrogandosi sul modo in cui queste hanno contribuito alla
formazione di ideologie che vanno al di là dei nazionalismi. La
conclusione è che vi è un contesto unitario che si è sviluppato, anche
se in modo non uniforme, e che al costituzionalismo globale si è andata
accompagnando, sia pur più lentamente, una (imperfetta)
costituzionalizzazione globale.
Singolari due assenze. Da un lato,
nel volume non si tiene conto dell’ampio sviluppo delle istituzioni
globali che tendono a stabilire i parametri della democrazia e a imporne
il rispetto o a promuoverne l’attuazione in singoli Paesi (ad esempio,
il fondo delle Nazioni Unite per la democrazia o la similare istituzione
europea). Dall’altro, è assente l’esame del diritto amministrativo
globale, cioè di quel gran numero di regimi regolatori che, specialmente
nell’ultimo trentennio, hanno regolato quasi ogni attività umana, dai
trasporti alla finanza, all’uso del mare, all’uso dell’energia nucleare,
a internet, e così via. Questi regimi costituiscono la base su cui si
sviluppano i condizionamenti costituzionali e le relative regole.
An inquiry into the existence of global values. Through the lens of comparative constitutional law , a cura di D. Davis,
A. Richter, C. Saunders, Oxford-Portland, Hart, pagg. 493, € 49,55
Handbook on Global Constitutionalism ,
a cura di A. F. Lang Jr, A. Wiener, Cheltenham-Northampton, Elgar,
pagg. 458, € 172