lunedì 12 marzo 2018

Il Sole domenica 11.3.18
La ricerca
Princìpi di costituzionalismo universale
di Sabino Cassese


Il mondo, per secoli funestato da guerre, diviso da valori diversi, separato da frontiere, va verso l’unificazione? Pur nelle tante diversità esistenti tra nazioni e comunità nazionali, si può riconoscere uno strato comune di valori, principi e regole? Hanno prodotto qualche effetto il desiderio di pace tra le genti, l’apertura al commercio, la tendenza a rispettare un corpo sia pur minimo di “regole del gioco”?
A queste domande cercano di rispondere questi due volumi collettanei, che affrontano il tema in modi diversi, il primo studiando la convergenza di principi costituzionali nazionali, il secondo esaminando l’affermazione di principi costituzionali superiori a quelli statali.
Il volume sui valori costituzionali, frutto di una ricerca collettiva di durata quindicennale, muove dal riconoscimento che non c’è bisogno di un governo mondiale per avere un insieme di diritti riconosciuti universalmente: basta una relativa apertura degli ordini nazionali e un loro convergere verso principi comuni. Un primo elemento è importante: di 197 Costituzioni nazionali esistenti nel mondo nel 1991, solo 20 risalgono ad anni precedenti al 1950. Quindi, c’è stato un rinnovamento recente del patrimonio costituzionale mondiale. Inoltre, a mano a mano che questo patrimonio si è rinnovato, l’elenco dei diritti garantiti ai cittadini si è arricchito. Per accertare se si è venuto stabilendo un “corpus” di valori globalmente affermatisi per convergenza di prescrizioni nazionali, i 21 coautori autori hanno scelto 15 Paesi molto diversi tra di loro, appartenenti a continenti diversi, Europa, America, Asia, Africa, e si sono chiesti se vi sono disposizioni costituzionali comuni, applicate coerentemente dalla giurisprudenza, tra le quali sono stabilite comuni scale di priorità. La conclusione è che c’è un notevole numero di principi e diritti consacrati nazionalmente (circa 60), un accrescimento del loro riconoscimento, un notevole numero di prestiti testuali, notevoli sovrapposizioni. Ma alla somiglianza dei testi non fa riscontro la stessa applicazione giurisprudenziale e le realtà non corrispondono alle dichiarazioni costituzionali: se queste ultime convergono, le prime divergono, perché di principi comuni si fanno applicazioni diverse. La vita concreta dei diritti è influenzata da fattori storici, culturali, religiosi, procedurali.
Se, a livello nazionale, alla convergenza dei testi non corrisponde la convergenza dei contesti, e, quindi, le dichiarazioni costituzionali sono sempre più comuni, mentre le “living constitutions” continuano a divergere, possiamo sperare nell’affermazione di una Costituzione globale, superiore, universale, che possa imporsi dall’alto su quelle nazionali? C’è, in altre parole, un movimento verso un costituzionalismo cosmopolitico?
Gli autori del volume sul costituzionalismo globale si sono posti tre domande: il mondo globale sta diventando più costituzionale? Che cosa spiega la progressione del costituzionalismo globale? E questo sviluppo è desiderabile? A queste domande i coautori rispondono da diversi punti di vista, storico, politico, giuridico e sociologico, considerando idee, istituzioni, pratiche. Della storia, gli autori considerano gli sviluppi nel mondo antico, nel medioevo, nell’epoca degli imperi, nell’epoca moderna. Delle componenti ideologiche delle politiche di globalizzazione gli autori esaminano cosmopolitismo, liberalismo, “costruttivismo”, realismo e teorie critiche, interrogandosi sul modo in cui queste hanno contribuito alla formazione di ideologie che vanno al di là dei nazionalismi. La conclusione è che vi è un contesto unitario che si è sviluppato, anche se in modo non uniforme, e che al costituzionalismo globale si è andata accompagnando, sia pur più lentamente, una (imperfetta) costituzionalizzazione globale.
Singolari due assenze. Da un lato, nel volume non si tiene conto dell’ampio sviluppo delle istituzioni globali che tendono a stabilire i parametri della democrazia e a imporne il rispetto o a promuoverne l’attuazione in singoli Paesi (ad esempio, il fondo delle Nazioni Unite per la democrazia o la similare istituzione europea). Dall’altro, è assente l’esame del diritto amministrativo globale, cioè di quel gran numero di regimi regolatori che, specialmente nell’ultimo trentennio, hanno regolato quasi ogni attività umana, dai trasporti alla finanza, all’uso del mare, all’uso dell’energia nucleare, a internet, e così via. Questi regimi costituiscono la base su cui si sviluppano i condizionamenti costituzionali e le relative regole.
An inquiry into the existence of global values. Through the lens of comparative constitutional law , a cura di D. Davis,
A. Richter, C. Saunders, Oxford-Portland, Hart, pagg. 493, € 49,55
Handbook on Global Constitutionalism ,
a cura di A. F. Lang Jr, A. Wiener, Cheltenham-Northampton, Elgar,
pagg. 458, € 172