il manifesto 8.3.18
Omicidio Diène, tutto porta al razzismo
Neri
per caso?. L'omicida Pirrone, pistola in tasca, ha camminato per circa
un chilometro in una zona densamente abitata, incontrando svariate
persone, prima di sparare e dare il colpo di grazia all'ambulante
senegalese. Sabato manifestazione antirazzista, anche se il sindaco
Nardella non nomina mai la parola tabù. Prendendosela con "gli
estremisti fiorentini, centri sociali e forze politiche di sinistra".
di Riccardo Chiari
FIRENZE
Roberto Pirrone non ha sparato al primo uomo che ha incontrato in
strada: uscito di casa con in tasca la pistola, ha camminato per circa
un chilometro in una zona densamente abitata fino ad arrivare al ponte
Vespucci, dove ha fatto fuoco per sei volte contro Idy Diène, colpendolo
una prima volta, e poi finendolo con un colpo di grazia alla testa.
“Credo che sia stato un omicidio premeditato”, aveva subito tirato le
somme Mame Diarra Fam, deputata senegalese arrivata in città dopo
l’omicidio.
Quanto al razzismo, gli investigatori che lo hanno
ascoltato, e che non hanno notato alcun segno di pentimento, partono dal
dato di fatto che Pirrone non può non aver incrociato svariate persone
nel suo cammino. E, lavorando per verificare ogni parte della sua verità
(dal desiderio di suicidarsi all’ “ammazzo il primo vecchio che
incontro, così me ne vado in carcere”), stanno anche analizzando i
filmati delle telecamere presenti in zona. Dalle quali, con tutta
probabilità, la versione del “primo vecchio che capita” sarà spazzata
via.
Intervistata da alcuni quotidiani e ieri dal telegiornale
regionale della Rai, la moglie della vittima, Rokhaya Kene Mbengue ha
fatto una domanda cui andrà data risposta: “Tocca sempre ai senegalesi.
Perché? Ora io ho paura anche a camminare da sola per strada”. Rokhaya
era stata moglie anche di Samb Modou, uno dei senegalesi trucidati nel
dicembre 2011 dal suprematista di Casa Pound, Gianluca Casseri. “Prima è
toccato al mio primo marito che mio figlio di 19 anni non ha mai potuto
conoscere, ora è toccato a Idy. Questa non è vita, in questo momento
vorrei morire”. Va da sé che, anche secondo lei, c’è stato un movente
razzista alle origini dell’omicidio.
Nonostante i continui
tentativi di allontanare la matrice razzista dell’omicidio, sabato
pomeriggio (ore 15) dal ponte Vespucci partirà una manifestazione
antirazzista. “Stiamo lavorando per organizzare sabato la manifestazione
nazionale per Idy e contro il razzismo – ha raccontato all’agenzia Ansa
il portavoce dell’associazione dei senegalesi, Mamadu Sall – vogliamo
farla anche per non lasciare alcun spazio agli estremisti che ieri al
presidio hanno rovinato tutto. Non c’entrano nulla con noi, vogliamo
isolarli”.
Se per “estremisti” Sall ha inteso i (pochi) uomini di
pelle bianca al presidio, può stare tranquillo: la polizia ha reso noto
che, oltre al giovane che ha sputato addosso al sindaco Nardella,
accusato di oltraggio e resistenza, altri due manifestanti (con la
formula oggi di rito “dell’area antagonista e vicini ai centri sociali”)
sono stati denunciati per resistenza, dopo essere intervenuti cercando
di impedire agli agenti di fermare il responsabile dello sputo.
Se
invece Sall si riferisce ai non pochi senegalesi che hanno inveito e
dato qualche spinta a Nardella, e di cui il portavoce dell’associazione
ha dato la patente di estremisti (“sono alcuni senegalesi che però non
conosciamo e con i quali non abbiamo nulla a che spartire”), c’è da
sottolineare la concomitanza fra le sue dichiarazioni, quelle di
un’assessora senegalese al comune di Scandicci, e naturalmente quelle
del sindaco Nardella.
L’erede di Matteo Renzi in Palazzo Vecchio
ieri ha fatto il giro delle tv. Stando ben attento a non parlare mai di
razzismo, ha invece puntato l’indice contro “gli estremisti” fiorentini:
“In questa comunità si sono infiltrate frange estreme, pericolose, a
cominciare dai centri sociali, da estremisti, da forze politiche di
sinistra che hanno poco a che fare con la sinistra democratica, che
hanno letteralmente strumentalizzato questo fatto grave”.
A
seguire, in risposta alla (sacrosanta) richiesta di una giornata di
lutto cittadino, fatta con una mozione dai gruppi consiliari di Firenze
riparte a sinistra-Potere al Popolo, M5S, Mdp, Al, e dalla consigliera
Cristina Scaletti (“una richiesta già avanzata dalla comunità
senegalese”), Nardella ha glissato, proponendo invece “una cerimonia
funebre con una preghiera interreligiosa”. La mozione, appoggiata anche
dal gruppo regionale Toscana a Sinistra, è stata però “congelata” dal
Pd. Unica concessione, un minuto di silenzio per Diène oggi a Palazzo
Vecchio e alle Gallerie degli Uffizi. Nel giorno di lutto per il
capitano viola Davide Astori.