il manifesto 6.3.18
Anche la Toscana svolta a destra, ora è tripolare
di Riccardo Chiari 
Elezioni
 2018. Poco più di un terzo dei voti al Pd (30%) e ai deboli alleati, 
poco meno di un terzo alla destra con la Lega trainante al 17,4%, e 
circa il 25% al M5S. Sconfitta la ministra Fedeli a Pisa, vincono invece
 Padoan a Siena e il giglio magico (Renzi, Lotti, Parrini, Romano, 
Nencini e Giachetti) nell'area fiorentina. Altra giornata choc: 
ambulante senegalese ammazzato da italiano con problemi economici. La 
procura: "Non è stato razzismo". Ma la comunità senegalese ha 
manifestato a lungo: "Non ci devono dire che è un pazzo".
Piazza dei Miracoli a Pisa, conquistata dalla Lega
FIRENZE
 Lo spostamento a destra della Toscana, in linea con le tendenze 
elettorali nazionali, porta la regione ad essere quasi tripolare: poco 
più di un terzo dei voti al Pd e ai quasi inesistenti alleati, poco meno
 di un terzo alla destra con la Lega trainante, e circa il 25% al M5S. 
Mentre Leu e Potere al Popolo, rispettivamente con il 4,5% e il 2%, 
chiudono la fila delle forze politiche che superano l’1%.
Effetto 
diretto del voto sono i risultati dei 21 collegi uninominali della 
Camera e del Senato: undici vanno alla destra e dieci a Pd e alleati, 
mentre il M5S non vince alcun collegio. A saltare agli occhi è il dato 
di Pisa, dove la Lega fa il cappotto, facendo saltare fra gli altri la 
ministra Valeria Fedeli.
L’effetto congiunto dei voti per la 
Camera all’alleanza Salvini (Lega 17,4%) Berlusconi (Forza Italia 10%) 
Meloni (Fdi 4,2%), a fronte di un Pd che con il 29,6% (30,7% al Senato) 
può contare solo su Europa+ di Emma Bonino (2,9%), mentre gli altri 
alleati di Insieme e Civica popolare sono sotto l’1%, fa sì che si 
registrino sconfitte sorprendenti: in Val di Cornia salta la 
sottosegretaria Silvia Velo, a Massa cade Cosimo Ferri, a Pistoia il 
renziano doc Edoardo Fanucci, e ancora sono bocciati alle urne Stefano 
Baccelli a Lucca, il capogruppo regionale Leonardo Marras a Grosseto, e 
il proconsole di Maria Elena Boschi, Marco Donati, ad Arezzo. Chiude la 
fila Benedetto Della Vedova, sconfitto a Prato.
Le vittorie per il
 Pd si concentrano nel triangolo Siena-Firenze-Empoli. Nella città del 
Palio ce la fa il ministro Piercarlo Padoan, nell’area metropolitana 
fiorentina e nel senese passano con Matteo Renzi anche Luca Lotti, Dario
 Parrini, Roberto Giachetti, Rosa Maria De Giorgi, Susanna Cenni, 
Gabriele Toccafondi, e poi Riccardo Nencini ad Arezzo e Andrea Romano a 
Livorno. Quanto ai 35 deputati e senatori da eleggere con i listini 
proporzionali, conteggi sono ancora in corso, complice la farraginosità 
della legge elettorale. Da qui si attendono gli eletti pentastellati, e 
altri eletti per il Pd e la destra. Mentre potrebbe non farcela Leu.
Anche
 il day after del voto è stato funestato a Firenze da una tragedia. Dopo
 la morta improvvisa del capitano della Fiorentina, Davide Astori, ieri 
mattina il 65/enne Roberto Pirrone ha ammazzato con sei colpi di pistola
 sul ponte Vespucci il venditore ambulante senegalese Idy Diene, 54 
anni, che lascia moglie e una figlia. “Non c’entra il razzismo – ha 
fatto sapere il procuratore Creazzo – Pirrone ha sparato al primo che 
capitava, aveva problemi economici e inizialmente voleva uccidersi”. Ma 
l’omicidio di Diene, che era parente di Samb Modou, trucidato anni fa 
dall’esponente di Casa Pound, Gianluca Casseri, ha provocato la 
giustificata reazione della comunità senegalese, a sera in corteo per 
l’intero centro storico: “Questo che ha sparato non è un pazzo – ha 
tirato le somme Pap Diaw – ci devono spiegare perché ha sparato. Non ci 
devono dire che è un pazzo. Siamo arrabbiati e non ci piace che questa 
cosa sia avvenuta in questo momento politico dell’Italia”.