il manifesto 4.3.18
Fiscal compact, Bonino fa il gioco degli anti-europeisti
4 marzo. Cara Emma, distruggere quello che resta dello stato sociale non è una buona idea
di Bifo
Alcuni
fra i miei amici e soprattutto amiche hanno intenzione di votare
+Europa e la persona di Emma Bonino. Ottima scelta mi verrebbe voglia di
dire, perché si tratta di una persona di grande coerenza e simpatia, e
rappresenta una storia di dignità e di coraggio: la storia del partito
radicale, nonostante le attuali polemiche che mal comprendo.
Marco
Pannella venne a Parigi quando ero esule in quella città nel 1977. I
politici di tutte le appartenenze mi consideravano un appestato o un
mascalzone perché coi miei compagni parlavamo ai microfoni di una radio
che denunciava l’alleanza austeritaria della Dc e del Ppc, e Pannella
venne a portarmi la sua solidarietà e insieme partecipammo a un convegno
dedicato a Pasolini, che era presieduto da Julia Kristeva. Chapeau.
Già
allora pensavo però che Pannella ed Emma Bonino come lui avessero una
cultura tutta politico-giuridica, ma non avessero la più pallida idea di
cosa sia lo sfruttamento e di cosa siano le lotte sociali.
Emma
Bonino chiede il voto per avere più Europa, dice che per rispettare le
regole imposte dal fiscal compact per cinque anni dovremmo bloccare ogni
voce di spesa. Fantastica idea, ma pericolosa: i treni pendolari
cascherebbero a pezzi, gli incidenti si moltiplicherebbero peggio di
come già succede ora. Gli studenti delle scuole periferiche d’inverno
morirebbero dal freddo e i calcinacci gli romperebbero la testa, mentre
migliaia di insegnanti si suiciderebbero per la miseria e per la
depressione. Milioni di persone rimarrebbero senza assistenza sanitaria,
gli ospedali si troverebbero senza siringhe e senza cerotti. I medici
emigrerebbero verso la sanità privata.
Alla faccia della non
violenza quante decine di migliaia di morti ci costerebbe l’idea della
brava Emma? No, distruggere quello che resta dello stato sociale non è
una buona idea.
Questo vuol dire forse che io voglio meno Europa? No, vuol dire che Emma Bonino ha capito male cos’è l’Europa.
Negli
ultimi dieci anni l’Unione europea è morta nel cuore della maggioranza
degli europei, e l’antieuropeismo cresce a dismisura proprio perché la
classe dirigente neo-liberista ha trasformato l’Unione in uno strumento
del potere finanziario, così i lavoratori vedono l’Unione come la causa
della loro miseria. L’imposizione del fiscal compact, il sistematico
prelievo di risorse dalle tasche di chi lavora per ripianare il debito
delle banche è la causa evidente dell’agonia dell’Unione.
Il
fiscal compact è un cappio al collo della popolazione europea. E quando
il cappio si stringe non arriva più sangue al cervello, e la popolazione
europea, col cervello in agonia, segue i predicatori di violenza, di
odio, di nazionalismo razzista. Questo è il fiscal compact.
Bonino
fa lo stesso errore degli anti-europeisti, di coloro che vogliono
tornare all’illusoria sovranità nazionale: identifica l’Unione europea
con il fiscal compact.
Io voto Potere al popolo perché sono
europeista, e voglio che l’Unione non sia uno strumento del sistema
finanziario ma uno strumento per l’uguaglianza salariale di tutti i
cittadini europei, per la solidarietà e per il reddito di esistenza, per
la riduzione dell’orario di lavoro. Voto Potere al popolo perché
nonostante questo nome un po’ retrogrado vuole rompere la dipendenza
della società dalla regola autoritaria del Fiscal compact, vuole
liberare le energie della società dal dominio del sistema finanziario.