il manifesto 28.3.18
Taser, l’elettroshock supera il manganello
La
 pistola elettrica. Da Milano a Catania, in sei città italiane è 
iniziata la sperimentazione per polizia e carabinieri. Usata negli Stati
 uniti soprattutto in strada e in carcere, non è un’alternativa alle 
armi da fuoco, ma può provocare la morte. Vedi i dati dell'inchiesta 
Reuters
di Patrizio Gonnella
Il 20 marzo il 
ministero degli Interni, Direzione anticrimine, ha diramato una 
circolare diretta a sei questure italiane di grandi città Brindisi, 
Caserta, Catania, Milano, Padova e Reggio Emilia autorizzandole a una 
sperimentazione all’uso della pistola Taser.
PARTIAMO DAL NOME. 
Perché le pistole si chiamano Taser? Taser International Incorporation è
 un’azienda americana che ha sede a Scottosdale in Arizona e produce per
 l’appunto le pistole Taser (per la precisione Taser X26 ECD) che non 
sparano proiettili ma usano l’elettroshock. Con la pistola Taser vengono
 sparate scariche elettriche. Negli Usa è almeno dal 2000 che la pistola
 Taser viene usata da polizie locali e statali. Come sempre gli Stati 
uniti fanno da apripista rispetto all’Europa e all’Italia sulle 
politiche di sicurezza, anche quelle più ardite.
Prima di tutto va
 sgomberato il campo da un equivoco interpretativo. Come l’esperienza 
statunitense e canadese insegna, la pistola Taser non è utilizzata nella
 pratica di polizia come alternativa meno pericolosa rispetto all’arma 
da fuoco, bensì come alternativa più incisiva rispetto all’uso di altri 
mezzi coercitivi come manette o manganelli non elettrificati. Chiunque 
sia esperto in ordine pubblico o in operazioni di polizia investigativa 
potrebbe ben confermare come non si userà mica la pistola Taser di 
fronte a una persona armata che potrebbe sparare (o che ha una pistola 
in pugno) in occasione di una rapina, di un sequestro, di un’aggressione
 o per neutralizzare un terrorista che sta per far esplodere una bomba o
 che sta per uccidere persone a caso per strada. In questo caso la 
polizia userà armi da fuoco tradizionali. La pistola Taser sarà invece 
più probabilmente utilizzata per bloccare persone che fanno resistenza 
non armata, nelle manifestazioni di piazza, preventivamente contro chi 
si agita o chi protesta scompostamente. Dunque, come detto, è e sarà 
un’alternativa al manganello e non alla pistola.
SOFFERMIAMOCI ORA
 sulle analisi medico-scientifiche: dati ma anche documenti 
istituzionali sull’uso, l’abuso, i danni e i decessi derivati 
dall’utilizzo della pistola Taser. C’è un lungo dibattito internazionale
 con prese di posizione da parte di organismi istituzionali sia in sede 
di Nazioni Unite che di Consiglio d’Europa. E ci sono inchieste di 
organizzazioni non governative e di grandi agenzie di informazione 
straniera.
PARTIAMO DA DUE STORIE per capire in quale contesto 
vengono usate le pistole taser negli Usa. Natasha McKenna, come ci ha 
raccontato Vice, nel febbraio del 2015, era in carcere in Virginia. Era 
affetta da schizofrenia e molto magra. Si rifiutava di essere trasferita
 in altra prigione. I poliziotti incaricati del trasporto non si 
limitano ad ammanettarla, ma di fronte alla sua resistenza, le sparano 
quattro scosse elettriche. Muore in ospedale e l’autopsia certifica «un 
delirio associato alla restrizione fisica con l’utilizzo di dispositivi 
conduttori di elettricità e il contributo della schizofrenia e del 
disturbo bipolare». Negli Stati uniti la pistola Taser si usa molto 
nelle prigioni e nell’ordine pubblico per strada. Nel giugno del 2015 un
 uomo afro-americano nello Stato di New York muore dopo essere stato 
colpito con la pistola Taser perché si sarebbe rifiutato, dopo essere 
andato fuori strada, di uscire dalla sua auto.
Secondo un’indagine
 condotta da Amnesty International sarebbero stati tra il 2001 e il 2012
 più di 500 le persone morte negli Usa a causa dell’uso della pistola 
Taser. Altri dati li fornisce l’inchiesta dei giornalisti investigativi 
della Reuters, che hanno letto centinaia di certificati autoptici: dal 
2000 (quando la pistola Tasers ha iniziato a essere usata dalla polizia 
negli Stati uniti) fino al 2017 più di 1.000 persone negli Usa sarebbero
 morte dopo che la polizia le avrebbe stordite con la pistola Taser.
In
 153 di queste morti la pistola Taser ha causato direttamente il decesso
 o comunque ha contribuito. Nove su dieci persone stordite con la 
pistola Taser erano non armate e una su quattro soffriva di disturbi 
mentali o neurologici. Segno che viene usata principalmente con chi a 
causa dei disturbi psichici reagisce al fermo di polizia. 712 autopsie 
su oltre 1.000 visionate hanno documentato che c’è stato l’utilizzo 
della pistola Taser.
L’inchiesta dell’agenzia di stampa britannica
 è straordinaria. Andrebbe letta e tradotta in italiano. È dell’agosto 
del 2017. Consigliamo a tutti, compresi coloro che hanno deciso di 
avviarne la sperimentazione in Italia, di leggerla sul sito della 
Reuters.
LA PISTOLA ELETTRIFICATA dunque può ammazzare se usata 
contro persone che hanno pregressi problemi cardiaci o disturbi 
neurologici. Può essere letale per un bambino che è nel grembo della 
mamma. E non tutte le gravidanze, soprattutto nei primi mesi, sono 
visibili. Nessuno o nessuna viaggia per strada con scritto in fronte che
 è malato di cuore o che è in stato gravidanza.
La stessa azienda 
produttrice riconosce che esisterebbe un fattore di rischio pari allo 
0,25%. E come se su un qualsiasi prodotto farmaceutico ci fosse scritto 
che ogni 400 persone che lo usano uno di loro rischia la morte. 
Quell’azienda farmaceutica, se lo scrivesse nel bugiardino, verrebbe 
messa fuori legge insieme al suo prodotto.
Uno studio 
dell’American Heart Association, pubblicato sulla rivista 
medico-scientifica Circulation, ha certificato ben otto morti da uso 
della pistola Taser X26 ECD. Il dottor Douglas Zipes, dell’Università 
dell’Indiana (Krannert Institute of Cardiology) afferma che lo shock da 
Taser può produrre arresto cardiaco.
A questo punto qualcuno 
potrebbe obiettare: ma cosa rappresentano così pochi morti determinati 
dalle pistole Taser rispetto al loro massiccio utilizzo quotidiano? Le 
morti certificate però non sono mica le morti reali, molte restano 
oscure, le cause non accertate e comunque anche una vita sola merita di 
essere salvata.
VENIAMO IN BREVE alle obiezioni e alle condanne 
degli organismi internazionali che si occupano di diritti umani e 
prevenzione della tortura.
Nel 2014 nel sostenere che vi sia stata
 una violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea che proibisce 
la tortura determinata dall’uso di pistole con scariche elettriche, nel 
caso Anzhelo contro Bulgaria la Corte europea cita il Comitato di 
Strasburgo per la prevenzione della tortura che tra l’altro afferma che 
l’uso dell’elettroshock potrebbe aprire la porta a risposte 
sproporzionate. Anche il Comitato Onu contro la Tortura, a proposito del
 Portogallo che voleva introdurre l’uso delle pistole Taser nella 
propria legislazione, ha espresso la propria contrarietà per il rischio 
che l’utilizzo di questi strumenti degeneri in maltrattamenti.
È 
vero che la circolare si muove nel rispetto della legge 146 del 2014 che
 introduce la seguente disposizione: «Con decreto del ministro 
dell’Interno, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in 
vigore della legge di conversione del presente decreto, 
l’Amministrazione della pubblica sicurezza avvia, con le necessarie 
cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di 
precauzione e previa intesa con il ministro della Salute, la 
sperimentazione della pistola elettrica Taser per le esigenze dei propri
 compiti istituzionali, nei limiti di spesa previsti dal comma 1, 
lettera a).». Come spesso avviene, lo sport diventa palestra di pratiche
 repressive che poi travalicano gli obiettivi di partenza.
IN 
CONCLUSIONE, essendoci concreti rischi mortali, sarebbe bene conoscere 
se c’è stato un decreto governativo, oltre che una circolare, e se il 
ministero della Salute ha prodotto una sua indagine. Bene sarebbe 
conoscere i confini della sperimentazione e come evitare che scariche 
elettriche colpiscano malati di cuore, bambini, donne incinta. Utile 
sarebbe anche conoscere i costi di tale operazione. Non sarebbe stato 
meglio e più utile investire quei soldi in formazione, autovetture e 
logistica non potenzialmente mortale?
 
