martedì 27 marzo 2018

il manifesto 27.3.18
E adesso l’onda giallo-blu rischia di travolgere le ultime città rosse
Dopo il voto. Rischio per le prossime elezioni locali
di Giovanni Stinco


BOLOGNA L’Emilia non è più rossa, quel che la Lega predicava 10 anni fa alla fine è diventato realtà. La calata dal nord c’è stata, così come c’è stato un aumento dei voti per il Movimento 5 Stelle e un clamoroso tonfo del Partito democratico. Ma i dem non avranno tempo per tirare il fiato. A fine maggio si voterà a Imola, cittadina alle porte di Bologna dove il Movimento 5 Stelle scalpita e si dice pronto a togliere la città dalle mani del Pd. L’anno prossimo si voterà a Ferrara, altro centro che sembra pronto ad essere sommerso, questa volta dall’onda azzurra di Salvini. Dopo le elezioni a rischiare grosso sono i veri ultimi fortini del Partito democratico: i comuni, e non solo i piccoli centri successo già altre volte negli scorsi anni. «E’ il preludio a una stagione nuova nella quale tutto è possibile, persino che sia contendibile la guida della vostra regione», diceva meno di sei mesi fa Silvio Berlusconi. Aveva ragione. Gli occhi di tutti sono puntati su Imola, cittadina di 70 mila abitanti a meno di 50 chilometri da Bologna. A scoprire le carte per primo è stato il Movimento 5 Stelle che ha fatto votare gli attivisti e ha scelto la sua candidata sindaco, Manuela Sangiorgi. Su Imola alle ultime politiche la distanza tra Pd e Movimento 5 Stelle è stata solo di 200 voti, un’inezia.
LA CITTÀ è più che contendibile, e c’è anche chi nota come Imola sia decisamente troppo vicina a Bologna perché una sua eventuale caduta non generi scossoni politici anche nel capoluogo di Regione, al sicuro solo perché il sindaco è stato rinnovato nel 2016.
Non troppo lontane ci sono anche le regionali: in Emilia-Romagna si voterà di nuovo fra un anno e mezzo partendo dal quasi 70% di astensione del 2015. Nel frattempo la coalizione di centro sinistra non esiste più, con Liberi e Uguali che non dà per scontata una futura alleanza con il Partito democratico. Variabile decisiva nella sfida tra Pd, Lega e 5 Stelle potrebbe essere il partito del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, blasonatissimo ex 5 Stelle uscito dal Movimento nel 2016 e capace di riconfermarsi primo cittadino nella sua città, con Grillo e Casaleggio a fargli campagna elettorale contro. Pizzarotti ha creato una rete di sindaci civici e punta ad avere un ruolo importante nella prossima tornata elettorale. Dopo un iniziale «no» il Pd, in difficoltà com’è, si dice ora molto interessato al dialogo. L’alleanza tra le due forze sembra un possibile approdo naturale della trattativa, ma nulla è scontato.
NEL 2019 infine si voterà a Ferrara. E qui la sfidante principale del Pd sarà la Lega di Salvini. Attore protagonista potrebbe essere l’agitatore leghista Nicola Lodi. Nel 2015 volto noto delle barricate anti immigrati di Gorino, Lodi oggi è il segretario del Carroccio a Ferrara e da tempo ha ingaggiato una battaglia sul quartiere che ruota attorno alla cosiddetta «Gad», la zona dei grattacieli a due passi dalla stazione. Dove decine di migranti, alcuni giovanissimi, passano pomeriggi e serate senza progetti di integrazione adeguati e senza lavoro (perché, e lo spiegano direttamente a loro a chi glielo chiede, non possono nemmeno cercarlo il lavoro non avendo i documenti). Alcuni spacciano, parte di una rete di vendita che nella zona è capace di rifornire con efficienza qualsiasi cittadino ferrarese. Lodi sulla Gad ha scatenato una guerra politica, ha chiesto al sindaco Pd Tagliani di trovare subito una soluzione, ha invocato e ottenuto l’intervento dell’esercito per pattugliare le strade. E così, denuncia dopo denuncia, ha messo in cassaforte voti su voti, forte di un problema complesso che va oltre la capacità di intervento di un’amministrazione comunale.
«LA ZONA GAD è il principale problema di ordine pubblico di Ferrara, in un fazzoletto di terra c’è una concentrazione abnorme di centinaia di giovani nigeriani che non svolgono alcuna attività lavorativa o sociale». Parole pronunciate nell’estate 2017 dall’allora Questore Antonio Sbordone. Parole che hanno scattato una fotografia con la stessa angolazione con cui la scatterebbe il leghista Lodi. La traduzione mediatica è stata: «alla Gad ci sono troppi nigeriani». Eccola lì l’invasione di cui parla Salvini in tv. Cosa succederà in città quando si voterà nel 2019 è presto per dirlo, a sentire Lodi ormai Ferrara è diventata ampiamente contendibile. Nel frattempo il sindaco Pd Tiziano Tagliani sulla questione Gad, vero buco nero in termini di consenso politico, ha rivendicato le tante cose fatte negli ultimi anni. «Non ci siamo mai tirati indietro su nessun fronte», ha detto, per poi lodare le maxi operazioni di controllo recentemente messe in campo dalle forze dell’ordine proprio nella zona della stazione per tenere alta la guardia, hanno spiegato i giornali locali, su «immigrazione clandestina, prostituzione e spaccio di sostanze». Temi su cui la propaganda leghista propone da tempo un pacchetto chiavi in mano di risposte immediate e riconoscibili.