il manifesto 22.3.18
Lettera di Ratzinger sbianchettata: si dimette monsignor Viganò
Vaticano. Lascia l’incarico il potente prefetto della Segreteria vaticana per la comunicazione
di Luca Kocci
Terremoto
nel sistema dei media vaticani. Si è dimesso dall’incarico di prefetto
della Segreteria per la comunicazione il potente monsignor Dario Edoardo
Viganò. Papa Francesco ha immediatamente accolto – sebbene la lettera
di risposta del pontefice dica «non senza qualche fatica» – la decisione
del ministro vaticano delle comunicazioni di «compiere un passo
indietro».
Le dimissioni non sono arrivate come un fulmine a ciel
sereno. Al contrario sembravano inevitabili dopo il caos provocato dalla
stesso Viganò e fatto esplodere da Settimo cielo, il blog del
vaticanista ratzingeriano-ruiniano Sandro Magister, imbeccato, come già
capitato in altre occasioni, da gole profonde e da anonime “manine” che
abitano i sacri palazzi e che non amano particolarmente papa Francesco.
La
vicenda è un concentrato di ingenuità goffe e maldestre e di tentativi
di mettere toppe che si sono rivelate peggiori dei buchi da parte di
monsignor Viganò, studioso ed esperto di cinema che, nel giugno 2015, lo
stesso papa Francesco mette a capo della neonata Segreteria per la
comunicazione, il nuovo superdicastero che centralizza e assume il
controllo di tutti i media vaticani: quotidiano (Osservatore Romano),
Radio Vaticana, Centro televisivo vaticano, casa editrice (Lev),
servizio internet e sala stampa.
A gennaio Viganò scrive una
lettera a Ratzinger, chiedendogli un’introduzione ad una nuova collana
di libri (editi dalla Lev) dedicati alla teologia di papa Francesco. Una
richiesta sgangherata, che si spiega solo con l’intenzione di Viganò di
voler avvalorare la tesi della continuità Ratzinger-Bergoglio: il papa
emerito, da tutti considerato eminente teologo, che scrive la prefazione
ad un’opera dedicata alla teologia di Francesco – al contrario bollato
dagli oppositori come teologo di scarso valore – in un colpo solo
neutralizza i giudizi poco lusinghieri sul ridotto spessore teologico di
Bergoglio, pone fine alla narrazione della contrapposizione
Ratzinger-Bergoglio e sancisce la assoluta continuità
teologico-pastorale Benedetto XVI- Francesco.
L’operazione sembra
funzionare alla perfezione quando il 12 marzo, alla vigilia
dell’anniversario del quinto anno di pontificato di Francesco, alla
presentazione della collana della Lev, Viganò legge la lettera di
Ratzinger (datata 7 febbraio, quindi conservata nei cassetti per oltre
un mese) in cui il papa emerito declina l’invito, in maniera peraltro
non particolarmente elegante («non mi sento di scrivere una breve e
densa pagina teologica» perché «per ragioni fisiche, non sono in grado
di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro», un passaggio letto
da Viganò ma omesso nel comunicato stampa diffuso ai media dalla
segreteria per la comunicazione), ma esprime un giudizio lusinghiero sul
suo successore: «Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire
allo stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo
pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre
io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe
capito della vita concreta di un cristiano oggi. I piccoli volumi
mostrano, a ragione, che papa Francesco è un uomo di profonda formazione
filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità
interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e
di temperamento».
Viganò però aveva usato il bianchetto. Dalla
lettera di Ratzinger aveva infatti omesso un paragrafo molto critico,
non tanto nei confronti di Francesco, quanto verso l’operazione
editoriale della segreteria per la comunicazione, che aveva scelto di
pubblicare nella collana anche un «volumetto» di un teologo tedesco,
Peter Hünermann, forte oppositore di Ratzinger e prima ancora di
Wojtyla. «Vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli
autori figuri anche il professor Hunermann, che durante il mio
pontificato si è messo in luce per avere capeggiato iniziative
anti-papali», aveva scritto Raztinger nel passaggio censurato da Viganò.
Una
“manina”, evidentemente molto vicina a Ratzinger – dal momento che la
lettera era bollata come «personale riservata» –, passa la lettera a
Magister che la pubblica integralmente sul suo blog. Dopo qualche ora la
sala stampa vaticana è costretta a pubblicare tutta la lettera,
compresa la parte censurata. E a questo punto a Viganò non resta che
presentare le proprie dimissioni a Francesco. Fra i sacri palazzi le
lotte continuano.