il manifesto 18.3.18
Possibile, Pippo Civati ratifica il disastro e si dimette
Bologna. Stati generali del movimento che lega il proprio destino alla sopravvivenza di Leu
di Giovanni Stinco
BOLOGNA
Una tragedia, un disastro, una sconfitta prima di tutto culturale.
Pippo Civati non si è tirato indietro per raccontare il tracollo della
sinistra e di Liberi e Uguali alle ultime politiche. Perché prima che
una batosta alle urne, ha spiegato il leader di Possibile, in Italia c’è
stata una «trasformazione antropologica della società che ha travolto
la politica, e paradossalmente quelli che più sono stati colpiti sono
stati coloro che hanno tentato di fare una campagna diversa».
AGLI
STATI GENERALI di Possibile, movimento ieri riunito a Bologna con
delegati arrivati da tutti Italia, Civati ha annunciato le proprie
dimissioni da segretario, e lo ha fatto affrontando di petto la
questione delle responsabilità. «Avevamo tante cose da dire, ma non una
storia da raccontare. Non ho saputo dare una speranza agli esclusi e
agli emarginati, è stato il mio errore più grave e per questo oggi mi
dimetto senza problemi e senza angosce».
Non è però il caso di
parlare di ripartenza della sinistra, anzi. «Qui bisogna azzerare tutto,
immaginare una strategia per il futuro, un progetto Genesi». E il
riferimento «non è Papa Francesco», ma ad un nuovo inizio a cui,
teoricamente, potrebbe partecipare in futuro anche un Pd «capace di
mettersi davvero in discussione». Prospettiva lontana, perché «per il
momento non sta avvenendo nulla di tutto questo».
I problemi
immediati di Possibile sono piuttosto legati alla sopravvivenza di Leu,
che il giorno dopo le elezioni doveva – nelle promesse – trasformarsi in
un partito e che invece ora rischia di andare in frantumi, con Mdp da
un lato e l’accoppiata Possibile-Sinistra Italiana dall’altro. Per
Civati errore è stato l’appoggio alla candidatura di Nicola Zingaretti
in Lazio, «perché siamo passati per gli amici del Pd». Ed è un errore
«grave» anche il fatto che Mdp sembri intenzionato in Friuli a sostenere
un candidato renziano alla guida della Regione.
POI C’È STATA
l’analisi della campagna elettorale, «e lì abbiamo visto tutti gli
errori possibili, tutti i paletti dello slalom sono stati presi e
inforcati uno ad uno». A cominciare dalla candidature dove, con
l’eccezione di Bologna, «ha prevalso il sistema delle quote tradendo
ancora prima di iniziare la legislatura lo spirito del nostro
programma».
Un disastro che ha portato ad un risultato pessimo:
nella nuova legislatura Possibile sarà rappresentato da un solo
deputato, il genovese Luca Pastorino. Male, anzi malissimo per un
movimento nato per diventare «luogo di incontro per la sinistra diffusa,
fuori e dentro dai partiti». Nelle prossime settimane Possibile dovrà
eleggere un nuovo segretario, e Civati, rimasto fuori dal parlamento,
non sarà della partita.
Per farlo capire ha citato il portale
satirico Lercio, che lo aveva preso di mira nei giorni scorsi. «È vero
quel che dicono, ho inviato un cv a Foodora per lavorare come fattorino,
ma mi dicono che non c’è più posto». E ora? «Ora bisogna riflettere
assieme, perché si rischia di rivotare tra pochi mesi, e io non avrò
niente da mettermi».