il manifesto 16.3.18
1938, Barcellona sotto le bombe, tra mostre e documentari
Ricorrenze.
Tra il 16 e il 18 marzo 1938, ottant’anni fa, Barcellona fu sottoposta
al più pesante dei bombardamenti dall’inizio della guerra civile
spagnola
di Alfonso Botti
Tra il 16 e il 18
marzo 1938, ottant’anni fa, Barcellona fu sottoposta al più pesante dei
bombardamenti dall’inizio della guerra civile spagnola. I morti furono
quasi mille e i feriti circa il doppio. Senza raggiungere numeri
analoghi di vittime, era già toccato a Madrid, a varie città e località
della Spagna e il 27 aprile 1937 alla cittadina di Guernica: il caso
universalmente più noto per il carattere distruttivo delle incursioni
aerea, per il tentativo franchista di attribuirne la responsabilità agli
stessi baschi e per la grande tela che Picasso dipinse – una delle
icone più emblematiche del Novecento – per il padiglione della
Repubblica spagnola all’Esposizione Universale di Parigi del 1937.
GUERNICA
FU DISTRUTTA dagli aerei tedeschi della Legione Condor inviati dalla
Germania nazista. All’incursione parteciparono con compiti di copertura
anche alcuni Savoia-Marchetti italiani. I bombardamenti di Barcellona
furono opera pressoché esclusiva dell’Aviazione legionaria italiana,
cioè degli aerei inviati da Mussolini.
Nel 1997 il presidente
della Repubblica Federale tedesca, Roman Herzog, inviò a Guernica un
messaggio ufficiale, letto dall’ambasciatore tedesco in Spagna, in cui
ammettendo la responsabilità degli aviatori tedeschi chiese scusa per i
danni inferti dal bombardamento. L’anno successivo alle scuse del
presidente tedesco si unirono quelle del Bundestag. Nulla di simile è
avvenuto da parte italiana per i bombardamenti su Barcellona. Neppure
dopo l’allestimento della mostra Quando piovevano le bombe che, dopo
essere stata inaugurata a Barcellona nel 2007, ha girato e continuato a
girare l’Italia ospite degli Istituti storici della Resistenza e neppure
a seguito degli appelli di storici e associazioni, affinché anche da
parte italiana si ammettano la responsabilità e si faccia un atto, per
quanto simbolico, di riparazione.
L’OCCASIONE per riparlarne la
offre ora il filmato Barcellona ferita aperta della giornalista e
documentarista spagnola Mónica Uriel che verrà presentato il 5 aprile a
Milano presso la Zona K (via Spalato 11, ore 18) e il 6 aprile a Modena,
nella sala Giacomo Ulivi dell’Istituto storico (viale Ciro Menotti 137,
ore 16.30) per iniziativa dello stesso Istituto e del Master in Public
history, attivato da tre anni presso l’università di Modena e Reggio
Emilia.
Il filmato di 53 minuti, con materiale d’epoca e
interviste a storici catalani e italiani, è stato girato completamente a
spese della Uriel nel 2015 e in Italia è stato visto solo nel novembre
scorso nell’ambito di una iniziativa organizzata a Firenze dall’Istituto
storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea con il Centro
Filippo Buonarroti.
Inutili finora i tentativi della giornalista
spagnola di trovare reti televisive in Italia e Spagna disposte a
mandarlo in onda: il che dice, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della
sensibilità pubblica nei riguardi della memoria di uno dei tanti orrori
del fascismo.