il manifesto 15.3.18
In Pennsylvania, la nuova mobilitazione democratica
American
Psycho. Tradizionalmente il partito che controlla la Casa bianca ha
risultati negativi nelle elezioni di metà mandato. Per di più in alcuni
stati quest’anno i confini delle circoscrizioni saranno diversi da
quelli del 2016 e i democratici sembrano in grado di portare a votare
tutti i loro elettori, insieme a un discreto numero di repubblicani
delusi (la percentuale di americani che approvano il modo in cui Trump
esercita il suo mandato rimane inchiodato attorno a quota 40%)
di Fabrizio Tonello
Due
visite di Donald Trump in persona, una del vicepresidente Mike Pence,
due dei figli Ivanka e Donald Trump junior, più 10 milioni di dollari
spesi in propaganda televisiva non sono bastati per consegnare la 18°
circoscrizione della Pennsylvania al candidato repubblicano Rick
Saccone: al momento in cui scriviamo il candidato democratico Conor Lamb
aveva 641 voti di vantaggio su oltre 228mila, mentre restavano ancora
da scrutinare alcune centinaia di voti per corrispondenza.
Gli
esperti, però, danno per certa la vittoria di Lamb, che già nella notte
tra martedì e mercoledì, ha festeggiato con i suoi. L’elemento curioso
di questa elezione parziale, provocata dalle dimissioni del deputato
repubblicano in carica, è che il vincitore resterà in carica solo pochi
mesi perché la 18° circoscrizione, disegnata su misura per i candidati
repubblicani, sparirà grazie a una sentenza della Corte suprema della
Pennsylvania, che l’ha dichiarata incostituzionale.
A novembre,
quindi, si voterà in distretti elettorali differenti. Il titanico sforzo
dei repubblicani per mantenere il seggio non aveva quindi uno scopo
pratico immediato (in ogni caso la loro maggioranza alla Camera rimane
solida) ma solo un obiettivo psicologico: prevenire la Blue Wave che si
annuncia per le elezioni per il Congresso del prossimo novembre, quando
si voterà per 435 deputati e 35 senatori, dimostrando che la
mobilitazione degli elettori democratici contro Trump non è sufficiente
per rovesciare gli equilibri politici del paese. Obiettivo fallito.
Nelle
elezioni di metà mandato, quelle che si tengono negli anni in cui non
si vota per il presidente gli americani votano poco: il 35% degli aventi
diritto è normale, contro il 60% degli anni in cui è in gioco la
presidenza.
Martedì, i democratici hanno raccolto 113.813 voti,
contro i 142.000 di Hillary Clinton nel 2016, mostrando quindi una forte
capacità di mobilitazione: l’80% dei loro elettori sono andati ai
seggi. Al contrario, i repubblicani hanno ottenuto solo 113.186 voti,
contro i 213.000 di Trump: appena il 53% dei loro elettori del 2016
hanno sostenuto il candidato del partito.
Questa asimmetria viene
dallo spostamento dei voti nei sobborghi residenziali, dove per decenni
le promesse dei repubblicani di tagliare le tasse hanno fatto presa.
Guardando
la mappa della circoscrizione si nota immediatamente che in Allegheny
County, i sobborghi residenziali a sud di Pittsburgh, il candidato
democratico Conor Lamb ha fatto il pieno dei voti, con punte del 75-78%
in alcuni seggi.
Il candidato repubblicano Rick Saccone ha quasi
colmato il divario grazie alle zone rurali della circoscrizione, ma non a
sufficienza.
Una dinamica che conferma quanto è avvenuto nei mesi
scorsi in Alabama (dove, a sorpresa, i democratici hanno strappato un
seggio di senatore), in Kansas, in Montana, nello Utah: ovunque i
portabandiera democratici hanno migliorato in modo spettacolare le
performance del partito nel 2016 (confermando, se ce ne fosse stato
bisogno, che Hillary Clinton era un pessimo candidato).
In media,
da quando Trump è in carica, nelle numerose elezioni parziali che si
sono tenute i democratici hanno ottenuto 17 punti percentuali in più di
quanto avessero ottenuto nel 2016, il che rafforza le loro speranze di
riconquistare la maggioranza alla Camera in novembre.
Attualmente i
repubblicani hanno 24 seggi di maggioranza e sono in grado di mantenere
il controllo della Camera anche perdendo molti voti, grazie al disegno
delle circoscrizioni, il famoso gerrymandering, che li favorisce.
Tuttavia, tradizionalmente il partito che controlla la Casa bianca ha
risultati negativi nelle elezioni di metà mandato. Per di più in alcuni
stati quest’anno i confini delle circoscrizioni saranno diversi da
quelli del 2016 e i democratici sembrano in grado di portare a votare
tutti i loro elettori, insieme a un discreto numero di repubblicani
delusi (la percentuale di americani che approvano il modo in cui Trump
esercita il suo mandato rimane inchiodato attorno a quota 40%).
Il
loro obiettivo è conquistare qualche decina di seggi, rovesciando i
risultati del 2010 quando i repubblicani conquistarono 63 seggi grazie a
una forte mobilitazione anti-Obama.