sabato 10 marzo 2018

il manifesto 10.3.18
Caro Renzi, lei e il Pd avete perso credibilità
di Luisella Costamagna


Caro Matteo Renzi, ora che chi la adulava la sbeffeggia, chi le diceva sempre sì le rimprovera perfino i calzini sbagliati, io – che l’ho criticata quando era molto potente, e conosciamo la sua buona disposizione verso le critiche – voglio prenderla sul serio. Per questo le racconto una storia.
Qualche giorno fa, prima del voto, ero al supermercato (glielo consiglio, sa? un bel Supermarket Day la settimana, giusto per vedere i comuni mortali). Arrivo alla cassa e la cassiera, una bella signora sui cinquanta, mi chiede la cortesia di mettere subito tutto sul tapis roulant, aggiungendo: “Scusi, eh, ma sa com’è, dobbiamo fare la cassa veloce”.
Mi affretto, e intanto le domando che diavolo sia la “cassa veloce”. “Dobbiamo battere tutto più in fretta che possiamo”, spiega, “sennò son dolori”. E io: “Ma chi stabilisce la velocità?” “La macchina. Comunica al direttore quanto ci mettiamo”. “Scusi”, domando spiazzata, “ma possono farlo?” “Signora”, mi risponde facendo guizzare fulminea quattro scatole di cibo per i cani sullo scanner, “questi possono fare quello che vogliono. Legale o no, lo fanno”. E qui, caro ex premier, aggiunge il carico da undici: “Dobbiamo dire grazie al nostro amico Renzi e al suo bel Jobs Act!”. Le chiedo se questa cosa faccia parte del controllo a distanza. Risposta esemplare: “Ma che ne so. Io so solo che il mio direttore, il giorno che hanno approvato il Jobs Act, è arrivato qui raggiante e ha detto: ‘Vediamo se alzate ancora la cresta. Mo’ si fa come dico io, perché posso cacciarvi in qualunque momento. Anche senza motivo.’ Capisce perché sto zitta e vado a razzo?” conclude. “Si chiama ricatto”. E aggiunge: “Ah ma adesso almeno so chi votare. Guardi, io sempre a sinistra, ma adesso vado dritta per dritta: Cinque Stelle”.
Ecco perché lei e il suo partito avete perso: perché avete reso possibili cose come questa. Persone – giovani, ma non solo – che vivono sotto ricatto. E considerano il ricatto già qualcosa, perché vuol dire che almeno hanno un lavoro. Persone che all’inizio, nel 2014, quando non la conoscevano e l’hanno vista arrivare a Palazzo Chigi, hanno sperato in quel giovane energico, pieno di entusiasmo, che prometteva miracoli (e dava subito 80 euro). Poi, in breve, hanno capito da che parte stava: Marchionne; babbo Boschi e le banche; Consip; le colazioni con De Benedetti… Le slide della presunta ripresa e delle centinaia di migliaia di posti di lavoro, loro, le hanno vissute sulla pelle.
Con lei, il Pd (pure la sinistra che ha votato troppo) ha perso credibilità: avete scialacquato una cultura, la cui essenza era difendere la signora della cassa, e avete perso credibilità. Che è poi tutto ciò che conta nel rapporto con gli elettori, ben più della stabilità, della governabilità, dell’opinione dei mercati e compagnia bella.
È su quel patto di fiducia con i cittadini che si fonda tutto: lei lo ha infranto più in fretta di chiunque altro. Non è più credibile. Quindi non si dibatta, non cerchi di avvelenare i pozzi per scongiurare un accordo coi 5S, lasci perdere gli hashtag #senzadime (dov’erano in occasione delle alleanze con Berlusconi e Verdini?). Non aggiunga errori a errori, l’unica cosa che ormai le riesce bene.
Un cordiale saluto e, a lei che può permettersela, buona sciata.