venerdì 2 marzo 2018

Il Fatto 2.3.18
Stragi naziste: i 7 condannati rimasti sempre impuniti e liberi


Condannati per alcune delle più gravi stragi di guerra compiute in Italia, eppure quasi mai finiti in carcere. É la denuncia della magistratura militare, che ieri ha inaugurato l’anno giudiziario evidenziando come quasi nessuno dei criminali di guerra nazisti abbia scontato la pena cui la giustizia italiana li ha condannati. Sono sette, ormai tutti ultranovantenni, gli ergastolani ancora a piede libero. Per loro le autorità tedesche non hanno concesso l’estradizione o hanno negato la possibilità di esecuzione della pena in Germania. Ma se per ragioni anagrafiche sarà difficile vedere eseguite queste condanne, è ancora possibile per gli eredi delle vittime delle stragi ottenere giustizia attraverso un risarcimento in sede civile, e su questo ha posto l’attenzione la magistratura militare nell’appuntamento di ieri.
“In varie occasioni lo Stato italiano si è costituito in giudizio non per sostenere, ma per opporsi alle legittime istanze risarcitorie dei cittadini”, ha commentato Antonio Sabino, procuratore generale militare presso la Corte militare d’Appello. “Una decisione dettata da ragioni politico-istituzionali – ha aggiunto Sabino – dalla quale mi sento di dissentire. Ritengo che la memoria delle vittime della barbarie nazista vada onorata, anche attraverso il riconoscimento dei diritti degli eredi”.
Tra i criminali di guerra nazisti per i quali l’Italia ancora attende giustizia, dopo oltre settant’anni, ci sono ex militari coinvolti nelle stragi di Monchio, Vallucciole, Monte Morello, San Terenzo, Vinca e Sant’Anna di Stazzema, oltre che nell’eccidio di Marzabotto.
Stragi in cui vennero trucidate migliaia di persone – in gran parte donne, anziani e bambini – a cavallo tra la fine del 1943 e l’aprile del ‘45.