Il Fatto 25.3.18
G8, Zucca parlante e mele zitte: ora basta con lo “Stato mostro”
Polemica
sul pm di Genova - Il “cesto” delle istituzioni, per non essere
“marcio”, dovrebbe pretendere la verità più di ogni altra cosa
di Alessandro Bergonzoni
ucca
parlante. Mele sempre in silenzio. Non solo quelle marce, poche per
fortuna. Ma anche le altre quelle buone. Che c’entri anche la cassetta o
l’albero, il coltivatore o addirittura la terra? Da tempo mi chiedevo
in molti incontri, come sperare da un paese come l’Egitto (e ad altri
Stati non ultimo la Libia) di aver conto o chiarezza rispetto ai diritti
e alla tortura diretta o indiretta. Sarebbe insensato paragonare la
democrazia del nostro Stato a quelle di certi Paesi dove si tratta di
tabula rasa su ogni fronte. Ma non per questo ci si può astenere, anzi,
si deve proprio per questo trasalire e reagire veementemente: il nostro
Stato in certi casi è stato il “mostro Stato”.
E non solo non
basta arrivare ad ammetterlo stentatamente e contro voglia, ma necessita
e urge una piena e forte ammissione di colpa e di connivenze, comunque e
senza timore di offendere il corpo della Polizia, dei Carabinieri,
degli Assistenti carcerari che anche attraverso questi semisilenzi o
incerte ammissioni è offeso da se stesso, ha come martoriato il corpo
altrui e quindi il suo, e alla fine il nostro. Possiamo riuscire a
difendere proprio tutti questi corpi, contemporaneamente,
indissolubilmente, indifferentemente? Sarebbe un capolavoro, artistico
antropologico, di democrazia e di politica che nessun distorto antico e
illegale senso di corporativismo dovrebbe impedire, una volta per tutte.
Non possono più chiederlo solo le famose donne e famiglie dei tanti
noti casi (e tutte le storie sepolte e sconosciute…) in cui mele
newtoniane sono cadute pesantemente sulla testa di rei e non, comunque
sotto la tutela di un corpo di stato, democratico, libero e giusto.
Prima ancora che Strasburgo e la sua corte, prima ancora che si capisca
se è lecito, umano o morale che un Pm del G8 si esprima in questa o
quella maniera, prima ancora che il capo di una polizia decida o sappia
cosa è davvero infamante. Cosa c’entrano in questo discorso i tanti eroi
delle forze dell’ordine caduti per noi sul campo tutti i giorni, se
quelli che hanno violato o ferito sul campo cittadini spesso inermi,
sono considerati ancora facenti parte di quel corpo, di quel frutto, di
quell’albero e della nostra terra? Ditelo voi allora integerrimi e veri
rappresentati dello Stato, che non fate parte di quella raccolta. E se
davvero non di dittatura in Italia si tratta, non di ingiustizia, non di
inciviltà, dovrebbe esserci un piacere, un dovere quasi in natura per
la verità d’ogni corpo in causa. Non dovrebbe ogni rappresentante delle
Istituzioni togliersi la rabbia, la paura, l’orgoglio che contageranno
l’idea che si farà l’opinione pubblica di tutto questo? Cosa fa più
terrore? Ammettere e mai più ripetere o mischiare un po’ di carte per
poter permettere ai bari di continuare a invischiare e suicidare? Se
fosse arrivato il momento di scoprire e non di coprire il grande
incarico universale, di certe forze, non solo dell’ordine ma d’animo? Lo
chiede un nuovo apparato ultra statale, esistenziale: il CTAU (Corpo di
Tutti Anima Unica). Entraci anche tu!