Il Fatto 22.3.18
Cari dem, fate un referendum per le alleanze
di Luisella Costamagna
Caro
Partito democratico, ora che, come si dice a Roma, sei “arrivato” – ma,
per carità, non poniamo limite al peggio – è il caso davvero di
guardarsi in faccia e dirsi la verità.
Personalmente, ho sempre
considerato naturale un incontro tra te e il M5S. Già nel 2013 ho
pensato – sbagliando – che potesse/dovesse esserci sintonia tra voi su
molti temi: ambiente, lavoro, battaglie civili, tagli a privilegi e
costi della politica, questione morale, lotta a corruzione ed evasione
fiscale… Mi sbagliavo, perché in questi 5 anni abbiamo visto tutt’altro.
E non solo per colpa di Renzi.
Forse – dico forse – il M5S ha
svelato un Pd e un centrosinistra imprevisti, illuminando ciò che erano
stati per 20 anni di apparente opposizione al centrodestra
berlusconiano. Forse – dico forse – il M5S è stato una sorta di cartina
al tornasole, che ha spinto molti tuoi elettori a pensare (capire) che
quella che avevano creduto opposizione in realtà era consociativismo
(inciucio) su (quasi) tutto, e che le distanze erano sempre più
sintonie.
Forse – dico forse – è per questo disvelamento
progressivo che ti hanno bocciato il 4 marzo e hanno scelto le Stelle.
Le analisi del voto sono chiare: i nuovi elettori 5S sono arrivati
dall’astensione e – oltre 2 milioni – dal Pd e da chi nel 2013 aveva
votato Scelta Civica; ora chi glielo spiega agli autorevoli
editorialisti del “populismo” iracondo, che nel Movimento c’è più
sinistra che destra e tanti moderati?
Ma il passato è passato,
guardiamo al futuro: sai che forse – dico forse – queste elezioni
possono essere per te una grande occasione? Come? Accordandosi su alcuni
punti programmatici col M5S e sostenendo un suo governo. Tipo: taglio
dei vitalizi (la legge Richetti non era tua?), nuova legge elettorale,
reddito di cittadinanza (quello d’inclusione non è targato Pd?),
superamento della Legge Fornero e del Jobs Act (quanti tuoi parlamentari
le hanno votate obtorto collo?), etc…
Quali vantaggi avresti
dall’offrire i tuoi voti senza avere in cambio poltrone? Intanto sarebbe
epocale, e poi forse – dico forse – potresti recuperare credibilità di
fronte al tuo elettorato smarrito (hai detto niente); per una volta,
potresti tener fede alla parola data in campagna elettorale: “Non
bisogna consegnare il Paese alle destre”; potresti essere un controllore
inflessibile dell’azione di governo (facendolo “ballare” in caso di
misure non condivise); ultimo, ma non ultimo, potresti realizzare
davvero quel “senso responsabilità nell’interesse del paese”, di cui
tutti vi siete riempiti costantemente la bocca in questi anni, per poi –
altrettanto costantemente – rimangiarvelo.
Pensi che i tuoi non
vogliano? Fai come l’Spd in Germania: un referendum alla luce del sole
per chiedere agli iscritti se sostenere un governo grillino su quei
punti o uno di centrodestra (a trazione leghista) o stare
all’opposizione. L’ho proposto 10 giorni fa, ricevendo i cinguettii
ironici di Anna Ascani: “Di Maio e Salvini non sono la Merkel”
(Berlusconi, Alfano e Verdini, sì?). Difatti ora l’idea sta facendo
breccia tra i dirigenti: il reggente Martina, Emiliano, Cuperlo,
Richetti, Chiamparino, pure Rosato.
E più di loro contano gli elettori, che forse – dico forse – la pensano come me.
Un cordiale saluto.