Il Fatto 17.3.18
Violenza sulle studentesse Usa.
I carabinieri: “Ci siamo comportati da maschietti”
“Ci
siamo comportati da maschietti”: sarebbe questa la risposta data
durante l’interrogatorio alla pm Ornella Galeotti da uno dei due
carabinieri accusati di aver violentato due studentesse americane a
Firenze il 7 settembre scorso, dopo averle accompagnate a casa con
l’auto di servizio. Entrambi i militari – l’appuntato Marco Camuffo e il
militare scelto Pietro Costa – hanno affermato davanti al pubblico
ministero che sarebbero state le ragazze a prendere l’iniziativa, e di
non essersi accorti che erano ubriache. A far partire le indagini era
stata la denuncia delle due studentesse, di 20 e 21 anni: raccontarono
di aver subito violenza nell’androne delle scale del palazzo dove
vivevano nel centro di Firenze da parte dei due carabinieri che si erano
offerti di riportarle a casa con l’auto di servizio. Una volta arrivati
sotto la casa delle giovani, i militari, secondo quanto raccontato al
momento dell’interrogatorio da uno dei due, avrebbero deciso di
accompagnarle dentro ma senza secondi fini: “Si è sempre fatto così,
anche per una cosa di galanteria – hanno detto – perché magari le
aggrediscono nel portone”. Entrambi, inoltre, avrebbero affermato di
essere consapevoli di aver violato il regolamento decidendo di farle
salire sull’auto di servizio per portarle a casa: “Ci siamo consultati…
eravamo titubanti” avrebbe detto uno dei militari. Intanto, la procura
di Firenze ha concluso le indagini, e l’avviso di chiusura, firmato
dalla pm Galeotti, è stato notificato ai legali dei due. Le studentesse
risultarono – alla rilevazione effettuata alle 6.51 del mattino del 7
settembre – in quello che viene definito “stato di ebbrezza alcolica”,
con 1.68 grammi di alcol per litro una e 1.59 per l’altra. Secondo il
capo d’imputazione notificato a conclusione delle indagini, i due
carabinieri avrebbero violentato le due ragazze agendo in modo
“repentino e inaspettato”. Ora si dovrà decidere se chiedere il rinvio a
giudizio.