Il Fatto 17.3.18
Cassino, la destra omaggia i parà nazisti del 1944
Il monumento - Domani gli albergatori e il sindaco della città inaugurano una stele nella grotta che ospitò il comando tedesco
di Vittorio Emiliani
Ancora
un po’ e inaugureranno una stele commemorativa per i soldati tedeschi
caduti sul fonte italiano, sulla Linea Gotica, magari a Marzabotto o a
Sant’Anna di Stazzema. Domenica pomeriggio, l’Associazione Albergatori
(?) “Parco di Montecassino e Linea Gustav” in collaborazione con la
giunta di centrodestra del Comune di Cassino inaugura una stele “a
ricordo delle vite stroncate dall’assurdità e dalla violenza della
guerra”. Decine di migliaia di vite umane, in questa terra, fra civili e
militari, in specie inglesi, americani, polacchi, indiani e altri che
stavano liberando l’Italia dai nazifascisti.
Gli albergatori di
Cassino organizzano questa cerimonia alla Grotta di Foltin, alle pendici
di Montecassino, sede del comando nazista e sul manifesto appare un
paracadute aperto a ricordo evidente della 1ª Divisione paracadutisti
che operò nella zona. Puntualmente fra gli invitati d’onore ecco il
generale Hans-Werner Fritz presidente della Confederazione tedesca dei
paracadutisti. È chiaro il progetto: “Riconciliare” tutti i caduti in un
clima di vaga perdonanza. Tant’è che la locandina prevede che l’abate
di Montecassino, don Donato Ogliari, sia lì a benedire. Ma ci sarà?
Però
c’è chi non ci sta, a cominciare dall’Anpi e da quanti a Cassino e
altrove ancora ricordano le stragi compiute dai paracadutisti tedeschi
al di fuori degli scontri a fuoco. Elenco spaventoso redatto da uno dei
maggiori studiosi della “Battaglia di Cassino”, Alberto Priero. Citerò
soltanto alcuni di questi eccidi: i 12 civili fucilati a Barletta, i 17
di Rionero in Vulture, i 110 civili di Acerra con donne e bambini, i 25
di San Clemente di Caserta, altri 25 ancora nel Casertano, entro i primi
di ottobre del 1943. Poi, quasi in vacanza premio, la 2ª Divisione
Paracadutisti partecipa all’agghiacciante rastrellamento del Ghetto di
Roma (16 ottobre 1943): 1.259, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra
bambini. Deceduti durante il viaggio verso Auschwitz, morti o gasati in
quel lager. Tornati, appena 16.
Fra ottobre 1943 e maggio 1944,
altri eccidi: 21 civili a Teano, 18 a Conca della Campania, addirittura
122 con donne e piccoli nell’Aquilano, altri 10 a Pizzoferrato, 33 a
Ortona facendo saltare un villino stipato di rifugiati, 20 fucilati per
rappresaglia a Francavilla a Mare sicuramente dalla 1ª Divisione
paracadutisti, altri ancora fra Capua e Afragola uccisi da militari
della Hermann Göring e infine 11 civili messi al muro sempre dalla
Divisione paracadutisti a Collecarino e ad Arpino in provincia di
Frosinone. Se non erro, sono più di 400 vittime civili, di ogni età,
fucilate a freddo.
Certo, girando fra le tombe dei soldati
tedeschi sepolti a Cassino e leggendo le loro date di nascita, non si
può non provare pietà per tanti adolescenti mandati al macello da un
regime liberticida e omicida. Ma un conto è provare quella pietà e un
altro porre questi caduti e quanti scamparono alla morte rendendosi
spesso responsabili, nella ritirata, di altre rappresaglie, sul piano
dei caduti italiani e alleati.
“Quanto sta accadendo a Cassino è
una cosa gravissima”, si legge in un comunicato dell’Anpi di Roma, “uno
sfregio alla guerra di Liberazione in un territorio dove c’è stato un
numero altissimo di appartenenti alle truppe alleate che si sono
sacrificati per la libertà. Uno scandalo che non si può tollerare e,
assieme all’Anpi nazionale, siamo pronti a fare denuncia come abbiamo
già fatto per Affile con il mausoleo a Graziani”. Così Fabrizio De
Sanctis, presidente dell’Anpi di Roma. “Sarebbe interessante sapere cosa
pensano il Presidente della Repubblica per la presenza del sindaco di
Cassino e cosa pensa il Papa per la presenza dell’abate di
Montecassino”. E sarebbe pure interessante sapere cosa ne pensano il
presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, quello della Regione, Nicola
Zingaretti, e gli ambasciatori di Polonia, Francia, Gran Bretagna, Stati
Uniti, Canada e di tanti altri Paesi i cui caduti riposano in terra
cassinate. Terra italiana liberata dopo tanti lutti dal nazifascismo.