venerdì 16 marzo 2018

Il Fatto 16.3.18
Governo transitorio 5Stelle-Lega: forse è il male minore
di Angelo Cannatà


È noto che Platone preferiva i re-filosofi. Per usare le sue parole: “Io vidi che il genere umano non sarebbe mai stato liberato dal male, se prima non fossero giunti al potere i filosofi o se i reggitori di Stato non fossero diventati veramente filosofi” (Lettera VII). È una visione idealista che affascina, e oggi – ci fossero le condizioni per realizzarla – porterebbe alla presidenza del Consiglio, per dire, un intellettuale come Zagrebelsky: chi meglio di un costituzionalista al potere, per scrivere tra l’altro la nuova legge elettorale? Ipotesi interessante (cfr. Flores d’Arcais, micromega.net, 6.3.2018), ma temo – spero di sbagliarmi – che le aspettative vadano temperate dal sano realismo: pensiamo alla politica com’è non come dovrebbe essere, seguendo il consiglio che il Segretario fiorentino formulò non solo ne Il Principe. Dunque, valutazione dei rapporti di forza. I 5Stelle da soli non possono governare ma non debbono nemmeno, col 33%, lasciare la regia a B. per inciuci indicibili. Sartre, ne Le mani sporche, affronta molti temi, uno ci riguarda da vicino: in momenti difficili è possibile allearsi con un avversario se le circostanze storiche lo richiedono? Siamo sul finire della Seconda guerra mondiale: “Hoederer: ‘Noi lottiamo contro la classe che produce questa politica e questi uomini’.
Hugo: ‘E il mezzo migliore che abbiate trovato per lottare contro essa è offrirle di dividere il potere con voi?’
Hoederer: ‘Come tieni alla tua purezza, ragazzo! Hai paura di sporcarti le mani… La purezza è un’idea da fachiri, da monaci. Voialtri, intellettuali, anarchici borghesi, vi trovate la scusa per non far nulla… Credi proprio che si possa governare innocentemente?… Se trattiamo col Reggente, questi interromperà la guerra, le truppe illiriche aspetteranno cortesemente che i russi vengano a disarmarle; se interrompiamo le trattative, il Reggente capirà d’essere perduto e si batterà come un cane arrabbiato; centinaia di migliaia di uomini vi lasceranno la pelle. Che ne dici?… Puoi cancellare centomila uomini con un tratto di penna?’”.
Idealismo contro realismo in tempo di guerra: di questo parla Sartre. E in tempo di pace? Ci sono situazioni difficili in cui è giusto oggi che tra avversari si dialoghi e ci si incontri? Nel nostro Paese – in forte crisi economica e sociale – non si ripresenta l’eterno scontro tra idealismo e realismo? Salvini è il competitor dei 5Stelle e – in linea di principio – non ci si allea con gli avversari. E tuttavia, se la Lega abbandonasse certi slogan da campagna elettorale, se attenuasse i toni razzisti, se concordasse un programma con i 5Stelle – attenzione ai deboli, legge elettorale, eccetera – una convergenza “breve e tattica” sarebbe oggi il male minore. Leggo che Berlusconi è “preoccupato per una possibile alleanza Lega-5Stelle”. Preoccupato? È un dato da non sottovalutare. Abbiamo già sperimentato il Caimano e Renzi: un’indecenza. Oggi a che punto siamo? A “una gigantesca gaffe collettiva del ceto medio riflessivo – dice Mieli – in vista di un balzo sul carro dei 5Stelle”. È così? Credo che il problema vero sia un altro: che un Pd derenzizzato e dialogante non esiste. Di Maio avanzi proposte non rifiutabili. Verifichi. Mostri flessibilità. Medi sul programma e apra a esterni di centrosinistra. In caso di rifiuto accada ciò che deve accadere: nuove elezioni, dopo aver formato un governo di transizione con Salvini: si mettano da parte i punti di contrasto e si lavori alla nuova legge elettorale e a qualche tema comune (modifica della Fornero, eccetera). Quella che fino a ieri sembrava una pura ipotesi, comincia ad apparire una tesi da valutare. Urge sporcarsi le mani, direbbe Sartre, e mandare a casa quanti il concetto di responsabilità l’invocano solo quando coincide coi loro interessi.