Il Fatto 15.3.18
L’orgoglio dei moscoviti: “Per fortuna c’è Vladi”
“Provocazioni”
- Le accuse anglosassoni sono un ulteriore aiuto al
presidente-candidato alla vigilia delle elezioni per il 4° mandato
di Michela A. G. Iaccarino
“Djadja
Vova, zio Vladimir ci difenderà”. Oleg, designer, 33 anni, è davanti
alla tv da ore. “Ci attaccano di nuovo, è una scusa. Senza Putin faremmo
la fine dell’Ucraina”. Sullo schermo la parola “provokazija” lampeggia
nella striscia verde senza interruzione. “La Britannia è uscita
dall’Unione europea, ha paura di rimanere una malenkaja, severnaja
strana”. Un piccolo paese del nord. “Nella stampa estera non hanno
dokosatelstvo, prove del nostro coinvolgimento nell’avvelenamento”. Le
voci dei talk show sul caso Serghey Skripal fanno eco da una stanza
all’altra, da un appartamento all’altro, su ogni piano, in tutto il
palazzo, qui a due passi dalla metro Tverskaja. Dopo provocazione, la
parola cambia: sulla striscia si legge “ultimatum” in cirillico. Accade
in ogni casa, alla stessa ora, in questa Mosca sotto zero.
“Guardate
le foto sui giornali occidentali: ci sono i chimici con gli scafandri,
ma i soldati dietro senza nemmeno le maschere antigas. Che cos’è questo
circo? Questa è una provocazione” dice il presentatore di Ntv. Anche
Andrej Lugovoi è in tv. L’ex membro del Kgb, poi Fsb (i servizi di
sicurezza russi, ndr), sospettato di aver ucciso l’ex agente russo
Aleksandr Litvinenko insieme a Dmitry Kovtun a Londra con il plutonio
radioattivo, ora è membro del comitato di Sicurezza della Duma per
volere del presidente: “Vogliono demonizzare Mosca”, che non ha alcun
coinvolgimento nella faccenda.
La Nato ha appena chiesto che la
Russia risponda all’ultimatum della May sul programma del “novicok”, il
gas nervino soprannominato “pivello”, usato per avvelenare Skripal e sua
figlia Yulia su una panchina del parco di Salisbury. Lo scienziato Vil
Mirzayanov, scappato dai laboratori sovietici verso gli Stati Uniti nel
1990, ne ha rivelato l’esistenza. Ma per il giornale Argumenty e Fakty è
“propaganda dell’ovest”. Per il quotidiano Kommersant è “un’azione
politica nervosa, la Britannia e i suoi alleati preparano nuove sanzioni
contro la Russia”.
E la radio informa che Mosca è già pronta a rispondere alle sanzioni “in maniera simmetrica”.
Skripal
entra nella campagna elettorale sul Pervij Kanal: per il candidato
ultanazionalista Vladimir Zhirinovsky la spia doppiogiochista “non era
più di alcun uso per loro”, sono stati i servizi segreti inglesi a
organizzare tutto, con quella sostanza “misteriosa e rara” usata per
accusare di nuovo Mosca. Sono le due di notte, ma la mattina dopo al
programma Vremja Pokazhet, “il tempo dimostra”, la notizia è sempre
uguale, con nuovi esperti ed analisi.
“Non possediamo alcuna
informazione su quella che possa essere stata la causa della malattia di
Skripal”. Il portavoce del presidente e del Cremlino, Dimitry Peskov,
ha detto che Mosca non sa niente ma è sempre “pronta alla cooperazione
su questo tragico incidente”. Altre parole, di qualche anno fa, per la
città risuonano già come un proverbio. “I traditori finiscono sempre
male, i servizi segreti vivono secondo le loro leggi e queste leggi sono
molto ben conosciute per chi lavora nei servizi segreti” ha detto un
altro ex agente del Kgb nel 2010. Domenica prossima diventerà di nuovo
presidente della Russia.